Cultura

“Fanculo il Pil”, a Roma uno spettacolo
si fa beffe dell’economia

Un giovane docente “di sicuro precario” comincia a parlare ai suoi allievi di economia. Al Teatro allo Scalo di Roma , l'irriverente pièce di Sandro Torella che spara a zero su banche, “hanno indebitato cittadini e Stati”, e "inutili strumenti di misurazione" (il Pil)

di Gabriele Paglino

Il governo Monti taglia le stime del Pil (secondo le previsioni dell’esecutivo, quest’anno la crescita dell’economia italiana frenerà a +0,6%, il prossimo andrà addirittura in segno negativo con un -0,4%) e il regista e attore teatrale, Sandro Torella, lo manda a quel paese. Non Monti, il prodotto interno lordo. Quello che il giovane artista romano (con una laurea in economia) porta in scena dal 15 dicembre, al Teatro allo Scalo di Roma, è uno spettacolo dissacrante e irriverente sul mondo dell’economia. Un one man show che, prendendo le mosse dai tumulti che stanno attraversando la nostra società, in questi mesi, dal movimento degli “indignados” ai “no money”, arriva a derubricare il Pil a mero e inutile strumento di misurazione quantitativa “di cui quindi – sottolinea Torella – possiamo, e vogliamo, fare a meno. Prima che misurazione, infatti, l’economia è scambio. Anche di relazioni. La nostra società quindi sta male – nota – proprio perché tende sempre più alla quantificazione. Pertanto il lavoro se è utile allo scambio, alla relazione, è un momento importante, altrimenti è solo la cristallizzazione di un dettame imposto dalla società che finisce per “incatenare” l’individuo”.

Un’idea che nasce dieci anni fa, quando “non avendo ancora capito cosa significasse essere attore – ricorda l’artista – ho portato avanti in parallelo i due percorsi: quello dello studio dell’economia e quello attoriale. Una scelta – sottolinea – dettata anche dalla realtà di mercato capitalista, con la quale mi sono scontrato”. Determinante per Torella, per la sua consapevolezza di come si sviluppano le dinamiche dell’economia e della finanza, e dunque la successiva ideazione dello spettacolo “Fanculo il Pil”. Da lì la voglia di mettere in scena le nuove teorie apprese, applicandole ad una società in continua trasformazione, “ma, pur essendo già un attore, non avevo ancora i mezzi, le possibilità”.

Oggi, Torella gestisce due ambiziosi spazi teatrali romani: il Teatro allo Scalo e il Teatro Duse, “dai quali presto – racconta – potrebbe partire un progetto di teatro-off”: i grandi spettacoli, in scena nei più importanti teatri italiani, elaborati e sperimentati in piccoli teatri indipendenti, come quello nel quartiere San Lorenzo di Roma. “Un po’ come succede nelle grandi città di mezzo mondo, come Parigi, Berlino, New York” dice il giovane attore e regista.

La vera occasione per buttare giù una bozza e “provare” lo spettacolo, che da tanto tempo ha in mente, gli viene data l’anno scorso, quando, la facoltà di Economia dell’Università La Sapienza (in cui, anni prima, aveva conseguito la laurea) lo chiama per un reading di alcuni stralci di un trattato sulle teorie dell’economista Federico Caffè. “A quella lettura – racconta – ho aggiunto, previa autorizzazione, un mio intervento sul Pil. Risultato poi più interessante della stessa lettura del testo su Caffè, soprattutto per l’interazione cercata e trovata nell’uditorio”.

Sul palco, a mandare idealmente a quel paese il Pil è un giovane docente.“Se devo dargli una nazionalità, non è italiano – assicura Torella – o se lo è, di certo è un assistente precario”. Una lezione particolare, tenuta da un professore particolare, carica di invettiva contro banche e la brama del singolo ad avere ed accumulare sempre di più, finendo per annichilire il proprio io. Una pièce tendenzialmente comica che non disdegna l’intervento del pubblico (gli ideali alunni).

MORTE DEI PASCHI

di Elio Lannutti e Franco Fracassi 12€ Acquista
Precedente
Precedente
Successivo
Successivo

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione