La minaccia di chiudere per un giorno le farmacie al fine di contrastare la liberalizzazione dei farmaci di fascia C è davvero un paradosso.
E’ la protesta di una lobby per la conservazione dei privilegi. Ed è irragionevole minacciare di interrompere un importante servizio per la salute pubblica per arroccarsi nella difesa di un sistema di stampo medievale.

Poche righe su quanto sta accadendo in queste ore intorno alla manovra a Montecitorio. La sanità non è stata toccata direttamente, ma di sanità e di ‘feudi’ si parla comunque. Invece di protestare per la norma proposta dal governo, i farmacisti annuncino la loro disponibilità ad eliminare ciò che blocca sul serio lo sviluppo del servizio, ovvero la possibilità di tramandare la farmacia per diritto ereditario di padre in figlio, per passare a un sistema moderno di libera competizione che dia a tutti i laureati in farmacia, non solo ai figli dei farmacisti, l’opportunità di gestire una farmacia.

I farmaci rappresentano una parte essenziale del sistema di cura e per questo le farmacie devono essere considerate parte integrante del Servizio Sanitario Nazionale ma ciò non significa che questo servizio debba essere svolto in un unico luogo, l’importante è che sia presente una figura professionale all’altezza di garantire la sicurezza per i pazienti.

Mi auguro che il Parlamento sappia rispondere con determinazione alle pressioni di chi mira ad accontentare, ancora una volta, i privilegi di pochi a scapito della modernizzazione e dello sviluppo del Paese.

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