Guardano con preoccupazione al Natale, gli attivisti di Bartleby. La loro convenzione con l’università di Bologna è scaduta a settembre, e fra pochi giorni partiranno i lavori di ristrutturazione degli spazi di via San Petronio Vecchio, di proprietà dell’Alma Mater e occupati dal collettivo. “Chiediamo di trovare una soluzione al problema. Abbiamo prodotto cultura gratuita per un anno e mezzo e adesso l’Università ci abbandona e non vuole aprire un tavolo con noi. Non può lavarsene le mani”.

Non la pensa così Roberto Nicoletti, prorettore agli studenti dell’Università di Bologna. “Dicono che non vogliamo più parlare con loro? Abbiamo già detto quello che dovevamo. Escano subito da lì, e se non se ne vanno da soli vorrà dire che li manderemo via”. “Gli accordi – aggiunge Nicoletti – erano chiarissimi. Fino a settembre potevano stare, dal primo ottobre in avanti no. C’è altro da dire? Fra pochissimi giorni partiranno i lavori e noi abbiamo già avuto troppa pazienza”. Dal canto loro gli attivisti di Bartleby non sembrano avere intenzione di abbandonare, senza una contropartita concreta, lo spazio utilizzato da ormai da quasi due anni. “Disponibilissimi a uscire da qui, ma che ci diano un altro posto in centro. In qualsiasi città europea l’indirizzo di Bartleby sarebbe sulle guide dell’università, a Bologna siamo invece solo un problema”, spiega Loris. “Non ci vogliamo nemmeno pensare – dice un attivista del collettivo – ma se vorranno mandarci fuori da qui vorrà dire che difenderemo questo spazio, non li staremo di certo a guardare distruggere il nostro lavoro”.

Fatto sta che l’Università di Bologna, spiega Nicoletti, non dispone di spazi in centro da concedere al collettivo, e la stessa cosa fa sapere il Comune. “Giovedì li incontrerò – spiega Alberto Ronchi, assessore alla cultura del Comune di Bologna – ma spazi in centro da assegnare a Bartleby non ce ne sono. Una soluzione si può anche cercare, ma nell’immediato non vedo concrete possibilità. Devono capire che non sono al centro del mondo e che l’occupazione del cinema Arcobaleno è stato un grave errore che ha paralizzato ogni trattativa”.

Intanto Bartleby annuncia una settimana di aperture serali straordinarie.  “Siamo qui, dovevamo resistere, contrattacchiamo”, recita un volantino intitolato “Bartleby non ha tempo di morire”. Poi l’elenco degli eventi in programmazione da qui a domenica.

Mercoledì Roberto Ciccarelli e Giuseppe Allegri presenteranno il loro saggio “La furia dei cervelli” e discuteranno di precarietà e università. Giovedì Carlo Lucarelli presenterà il suo nuovo romanzo e si confronterà col proprio pubblico mentre venerdì sarà il turno di Valerio Mastrandrea, che discuterà della crisi della cultura, dell’arte e dello spettacolo. Per domenica invece il gran finale, con Ermanno Cavazzoni che leggerà un racconto di Kafka accompagnato dalla musiche dell’Ensemble Concordanze.

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