Gloria, gloria, gloria in excelsis spin! Cari professionisti della comunicazione politica è il vostro momento: siate felici, avete conquistato l’empireo dell’immaginario pop planetario. Hollywood. Nel 2012 forse non si avvererà la profezia dei Maya, ma la vostra vita cambierà, perché, finalmente, i parenti capiranno quale lavoro vi ostinate a fare giorno dopo giorno e nessuno scambierà la dicitura spin doctor del vostro biglietto da visita con quella di un’insegnante di faticosissima cyclette in palestra.

L’uscita di due pellicole a distanza di pochi mesi nelle sale cinematografiche potrà decretare il successo di una professione ancora nell’ombra in Italia e ancora oggetto di una retorica negativa e sospettosa. Il primo film, Le Idi di Marzo, è firmato dal bello dei belli George Clooney e la trama è già svelata dal titolo che fa riferimento al giorno in cui Giulio Cesare venne pugnalato da chi gli era più vicino. Come a dire: il potere logora davvero chi non ce l’ha, come sosteneva il Divo Giulio, ma soprattutto chi ne ha prossimità. Tra i personaggi del film c’è lui: lo spin, ispirato a Jay Carson, consulente politico democratico, responsabile della campagna di Howard Dean. Forse la trama non riuscirà a riabilitare dalle nostre parti l’immagine dell’uomo ombra, ma aiuterà a capire un pò di più che cosa fa lo spin quando se ne sta con aria assorta a guardare fuori dalla finestra. Lavora.

Knife Fight, nelle sale nel 2012, è invece la storia di un irriverente consulente, disposto a tutto pur di vincere una competizione. Come d’altronde quasi ogni bravo spin è pronto a fare, ispirato dal motto per cui la morale non è il campo della politica. L’uomo ombra di riferimento, stavolta, è un altro democratico, noto anche per le baruffe con Carson: Chris Lehane, esperto di comunicazione di crisi. Di cosa si tratta? Di puntare, per esempio, i riflettori sui presunti scandali sessuali di un avversario politico proprio il giorno in cui il presidente, buono, bello e ammirevole come deve essere, dichiara guerra a un paesino difficile da individuare sulla carta geografica dell’Asia. Giochi di magia, prestigio, o più semplicemente tecnica di comunicazione.

Insomma, forse i due film non riusciranno a riabilitare l’ingiustamente ammaccata immagine dell‘uomo ombra che, così, non conquisterà maggiore solarità. Ma avranno il merito di mostrare un mestiere che suscita ancora espressioni interrogative e lunghe parafrasi per spiegare come diavolo uno spin doctor guadagna (non molto, a dire la verità, in Italia). Il salto da Washington a Hollywood avrà successo? Finora solo qualche appassionato, considerato sfigato dalle ragazze più in dell’università, guardava la serie tv The West Wing, sulle vicende dei consulenti del presidente degli Stati Uniti, provando emozionanti e vigorose palpitazioni cardiache a ogni trovata strategica e comunicato stampa. Può darsi che gli spin avranno però qualche proselito in più: dopotutto, per parafrasare Jacques Séguéla, devono saper trasformare le persone in star. Anche se stessi, diventando così stelle dell’immaginario pop.

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