L’Istituto Italiano di Cultura di New York apre a giorni una grande mostra su 150 anni di Genio italiano. Da Leonardo a Olivetti, dalla radio al cruscotto della 500, tutte le innovazioni “made in Italy” che hanno cambiato il mondo. Alla sfilata dei geni in esposizione, per lo più sepolti da secoli o decenni, sarebbe però doveroso affiancarne altri, viventi, che onorano il tricolore anche in questi anni di declino. Eccone alcuni.

L’ingegner Maurizio Seracini, inventore del “Gratta da Vinci”, gioco a premi che consiste nel raschiare un murale del Vasari in Palazzo Vecchio alla ricerca di un fantomatico affresco di Leonardo (la ”battaglia di Anghiari”). Al vincitore, la tessera onoraria del fan club di Dan Brown.

Roberto De Mattei, fino a pochi mesi fa vicepresidente del Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche, di cui è presidente il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo). A lui si deve la nascita di una nuova disciplina scientifica, la teo-sismologia: i terremoti, sostiene il professore, «sono una voce terribile ma paterna della bontà di Dio». Urge laurea ad honorem all’università dell’Aquila. In cambio dell’indulgenza plenaria per le vittime del sisma.

Alfonso Luigi Marra, pioniere del self-publishing. Da molti anni, ben prima di Amazon, l’avvocato napoletano stampa da sé i suoi libri e se li autopromuove con pagine di pubblicità e spot televisivi mettendoci la faccia (di recente anche la faccia, e non solo, di ex-veline e showgirl come Ruby e Sara Tommasi). Lo faranno presidente del Salone del Libro?

Antonio Corvino, assessore comunale di Casal di Principe, ideatore di un sistema ingegnoso per combattere l’apatia degli elettori: scovare quelli che non votano mai, testimoni di Geova, malati gravi, disabili, emigrati in Padania, fare un duplicato della loro tessera elettorale e andare a votare al posto loro. Insomma, un benemerito della democrazia. Cosa aspettano a dargli una cattedra di diritto costituzionale?

Davide Oldrati e Luigi Brambilla, due uomini d’affari lombardi che per accelerare le pratiche di una discarica di amianto hanno scomodato la buonanima di don Giussani, santo patrono di Comunione e Liberazione. «Ti ricordi – dice Brambilla in un’intercettazione – cosa c’è scritto nel Senso Religioso (opera del sacerdote-teologo morto nel 2005, NdR): poca osservazione e molto ragionamento conducono all’errore». Oldrati: «Esatto». E l’altro: «Molta osservazione e poco ragionamento conducono alla verità. Figa, è cosi! Il caro vecchio Don Gius c’ha ragione». Figa, è proprio il caso di dirlo: amianto all’acqua santa, sai che materiale rivoluzionario! Può aprire prospettive impensate alla difesa dell’ambiente. Questi sono geni italiani, innovatori che cambiano il mondo. Altro che Adriano Olivetti.

da Saturno del 9 dicembre 2011

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