A prima vista non sembra il tipo, ma a Nicola Dall’Olio piacciono le sfide spericolate. Non si spiega altrimenti la scelta di correre per le primarie con il Pd contro il presidente della Provincia Vincenzo Bernazzoli, che molti considerano già praticamente seduto sulla poltrona di sindaco. E anzi sia chiara una cosa, subito: “La mia non è una candidatura di rimpiazzo – dice lui – né una pezza messa lì per tacitare i mugugni degli scontenti nel partito”. Da mesi, giura, i democratici di Parma avevano nel cassetto la soluzione della doppietta: un nome istituzionale per non sbagliare più una figura alternativa. “Dopo un percorso di riflessione, portato avanti all’interno dell’assemblea cittadina, è stato chiesto a me di impegnarmi”.

Due lauree in filosofia e geologia, 42 anni, sposato, funzionario proprio in Provincia, Nicola Dall’Olio non è un “rottamatore” né un renziano. Semmai si sente vicino “all’area di Civati“. A primo impatto ha un po’ l’aria di quello che dice “chi me l’ha fatto fare”, si strofina il volto, ha gli occhi stanchi ma che sorridono. Lo ammette anche, al telefono, con un amico che gli fa i complimenti: “Sì sì – sussurra – sarà pure una bella esperienza ma poi la responsabilità sulle spalle ce l’ho io”. Risata.

Assodato che a Parma non s’è trovato un De Magistris o un Piasapia – un trascinatore dopo lo sfacelo del centrodestra – ecco allora lo spericolato per caso. Pochi lo conoscevano. “Dall’Olio chi?” è stata la reazione il giorno della notizia. A complicare le cose contribuì un poco anche lui, che dopo un primo “sì” ritirò la sua disponibilità per poi accettare all’ultimo. Tutto in poche ore. Da qui il vizio iniziale della sua investitura, percepita un po’ come l’esca trainante per la corsa del levriero Bernazzoli. Lui però non ci sta a questa lettura: “Falso, ho un forte sostegno all’interno del partito e nessuno dalla Segreteria provinciale – confida – mi ha spinto a fare il secondo di Vincenzo”.

E poi c’è la faccenda dei sondaggi: Bernazzoli prima di accettare di partecipare alle primarie ha tastato a fondo l’elettorato con lo strumento più berlusconiano di tutti. “I sondaggi servono a poco per le primarie – ribatte Dall’Olio – anzi le due cose sono in netta contraddizione: segno che questo straordinario strumento di selezione dal basso dei candidati non è ancora stato capito all’interno del Pd”. Ma lei crede davvero di poter battere il suo avversario? “Certamente – dice secco – le primarie sono un’esperienza assai più imprevedibile di quanto si pensi”.

Per il presidente della Provincia, intanto, sono partiti i cori di osanna. Poche ore dopo la sua investitura la Gazzetta di Parma, giornale degli industriali sempre più influenti sul quadro politico, aveva già in prima pagina una lunga intervista-passerella. Sabato 10 dicembre “il sindaco in pectore” si è presentato alla città con una conferenza stampa annunciando, tra le altre cose, di voler aumentare la raccolta differenziata e frenare sul consumo del suolo pubblico. Due punti del programma che non sono andati giù a parecchi elettori del centrosinistra “critici”, che sui blog cittadini hanno stroncato Bernazzoli: “Cosa fa prende per i fondelli? Proprio lui, il più convinto sostenitore della costruzione dell’inceneritore e l’artefice del piano provinciale di cementificazione del territorio tra i più urbanizzati d’Italia?”. A queste due obiezioni si aggiunge quella, montante presso l’opinione pubblica, di una presunta sottomissione del super candidato alla potente cabina di regia degli industriali.

E a proposito. Cosa pensa Dall’Olio degli amministratori, in generale, piegati agli interessi dei cosiddetti poteri forti? “Credo che su questo aspetto a Parma occorra una netta discontinuità, il rapporto con le forze economiche andrà istaurato su basi nuove e senza confondere gli interessi dei singoli con gli interessi della collettività”. Un esempio? “Se sarò scelto come candidato sindaco – scende più in dettaglio – incentrerò il mio programma sul concetto di sostenibilità, un principio che non si declina solo in chiave ecologica ma anche economica, politica, sociale: smettiamola di finanziare opere pubbliche senza avere certezze sulle risorse disponibili in bilancio, smettiamola di fare cose come il Ponte nord che portano vantaggi solo a chi le costruisce”.

Noto soprattutto per il suo documentario sulla cementificazione selvaggia “Il suolo minacciato” (realizzato nel 2009, con grande successo di critica), sulla Parma “dopata” negli ultimi anni da grandi cantieri che volevano – nel proposito di Elvio Ubaldi prima e di Pietro Vignali poi – trasformala in una metropoli  e lanciarla all’inseguimento di Bologna Dall’Olio dice: “Dobbiamo tornare a occuparci della bellezza soprattutto, della bellezza della nostra terra. Per me il “consumo di suolo zero” è una priorità e anche in questo caso torno a porre l’accento sulla sostenibilità. Da questo punto di vista ritengo che anche i poli della cultura cittadina, in primo luogo l’Università, debbano essere coinvolti nei processi di analisi”.

Questione inceneritore: lei è considerato l’ecodem del partito mentre Bernazzoli è individuato come il grande artefice dell’impianto di Ugozzolo: “Il mio obiettivo è togliere da mangiare al termovalorizzatore. Io sono un convinto sostenitore del traguardo “rifiuti zero” e se sarò eletto sindaco conto di portare Parma, a fine mandato, all’80 percentodella raccolta differenziata. Per riuscirci, però, la ricetta prevede tutta una serie di passaggi, tra cui la separazione gestionale della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, passaggi che devono tornare in mano pubblica”.

Sabato, intanto, tutti i candidati alle primarie di centrosinistra hanno depositato – come prevedeva il regolamento – le mille firme richieste come presupposto per la partecipazione alla competizione elettorale. Cinque sono dunque i partecipanti: Vincenzo BernazzoliGianpaolo Cantoni (appoggiato dal Psi), Nicola Dall’OlioGiuseppe La Pietra(indipendente, sostenuto da Sel), Simone Rossi (indipendente).

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