Sarà un inverno duro quello dei pendolari romagnoli. Trenitalia ha disposto, dall’11 dicembre, un taglio nei servizi dei treni a media e lunga percorrenza diretti in Romagna. A denunciarlo, in un comunicato stampa, è il comitato RomBo (Romagna-Bologna), formato da studenti e lavoratori che quotidianamente si recano nel capoluogo regionale.

Il nuovo orario ferroviario è comparso sul sito di Trenitalia solo il 7 dicembre, ovvero quattro giorni prima della sua entrata in vigore. Prevede la soppressione degli Eurostar City 9821 e 9825 e il taglio delle fermate a Faenza, Forlì e Cesena degli Eurostar 9806 in andata, 9811 e 9823 in ritorno. Saranno invece ripristinati, per le tre fermate, gli Es City 9802 e 9819.

“Questi treni sono fondamentali per la mobilità dei pendolari romagnoli verso Bologna e ritorno, la loro soppressione determinerà problemi insostenibili e il definitivo collasso dei regionali, già “carri bestiame”. Con queste parole i portavoce del Comitato RomBo hanno espresso tutto il loro sdegno nei confronti delle politiche aziendali di Trenitalia, che non esitano a definire “scellerate”.

Accuse esplicite vengono rivolte anche all’indirizzo delle amministrazioni locali, “la Regione Emilia-Romagna in primis, che è succube delle decisioni di Trenitalia”: RomBo ne denuncia “la conclamata incapacità a ottenere un minimo risultato dalla negoziazione” con l’azienda che monopolizza il mercato del trasporto su rotaia.

“La Regione contattata a più riprese –prosegue il comunicato- prima conferma poi smentisce, non sa o non può dire, sa ma non dice, dice ma non sa, si lamenta insieme ai pendolari, sposa le loro cause ma rimane comunque ostaggio delle decisioni di Trenitalia”.

Alle accuse dirette del comitato romagnolo risponde, da viale Aldo Moro, l’assessore alla mobilità Alfredo Peri e lo fa con una nota esemplare della capacità di vedere il bicchiere mezzo pieno: “Treni, ES City Milano-Rimini, salva la fermata di Reggio Emilia. Ripristinate in due corse le fermate della Romagna”. Così è intitolato il comunicato della Regione che rivendica la paternità del buon risultato per Reggio.

“Da informazioni parziali contenute sul sito di Trenitalia – prosegue Peri- gli ES City programmati da Milano a Rimini non avrebbero più effettuato le fermate di Reggio Emilia, Faenza, Forlì e Cesena. Un’ipotesi contro cui la Regione si è fortemente opposta: pur trattandosi di treni che non rientrano nel contratto di servizio, vengono comunque utilizzati da molti pendolari della regione attraverso la carta “Mi Muovo tutto treno”.

L’atteggiamento solidale di Peri non convince quelli di RomBo, che danno una diversa lettura al nuovo orario dei treni: “È vergognoso che la nostra Regione privilegi costantemente l’Emilia alla Romagna. La provincia di Forli-Cesena è stata la vittima sacrificale per confermare le fermate a Reggio Emilia. È inaccettabile che la Regione abbia negoziato questo diverso trattamento”.

Nella loro denuncia i pendolari lamentano anche il fatto che la Regione abbia impiegato 7 giorni dall’incontro tra l’assessore Peri e l’amministratore delegato di Trenitalia Vincenzo Soprano, per divulgare i risultati emersi dal confronto. È con un’ironia, definita da loro stessi “facile ma amarissima”, che prendono atto del fatto che “gli incontri e le lettere di Peri ed Errani, del sindaco di Cesena Lucchi e del vicepresidente della provincia di Forlì-Cesena Russo sono finiti su un binario morto”.

Tra gli scontenti è forte la voce di quanti si spostano giornalmente da Ravenna a Bologna: tra le 6.30 e le 8.30 parte un solo treno, “inadeguato alle necessità di orario dei pendolari”.

Sono in molti insomma a chiedere risposte concrete, alla Regione ma anche a Trenitalia. Dall’ufficio stampa centrale dell’azienda spiegano la soppressione dei servizi dicendo che “gli Eurostar viaggiano solo dove la domanda è in grado di coprire i costi, poiché sono treni che non ricevono contributi dalle regioni o dallo Stato. I treni hanno a bordo un sistema di rilevamento che indica quanti passeggeri salgono in ogni stazione. Se una o più fermate sono state soppresse è perché non salivano abbastanza persone e quindi non erano convenienti per l’azienda”.

Trenitalia, certo, fa l’azienda e ragiona in termini economici, ma in un regime di monopolio è necessario anche preoccuparsi di fornire un buon servizio, quanto più capillare, alle persone.

E allora c’è anche chi la filosofia aziendale proprio non la capisce. Piergiorgio Vasi, dipendente della Regione e pendolare da Forlì affida il suo sfogo al profilo di facebook del comitato RomBo: “A me sembra proprio una gran presa per i fondelli questo nuovo orario e Trenitalia dovrebbe spiegarmi cosa ci guadagna a non far fermare gli Eurostar a Forlì. Così ci saranno meno passeggeri, ma quelli che avevano prima erano troppi? È un’assurda follia tutta italiana!”.

Dando un’occhiata al nuovo orario dei treni, è difficile non notare il divario tra la situazione della Lombardia e quella dell’Emilia Romagna. La mattina tra Brescia e Milano ci sono 5 treni regionali e 2 EurostarCity in partenza tra le 7 e le 8, mentre nello stesso orario, tra Rimini e Bologna, oggi partono 3 regionali e un InterCity Notte. La differenza è ancora più evidente la sera: 10 treni regionali e 5 Eurostar viaggiano, tra le 17 e le 20, da Milano e Brescia. Tra Bologna-Rimini invece corrono solo 3 regionali che fanno tutte le fermate, un InterCity e un Eurostar.

A ciò si aggiunga il costo dell’abbonamento mensile: un Milano-Brescia vale 93,50 euro contro gli 89 della tratta Rimini-Bologna. Quattro euro e cinquanta non possono giustificare una tale differenza di servizio.

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