C’era una volta in Italia un grande partito, che si chiamava Partito comunista italiano. Personalmente non mi ci sono mai iscritto e ho sempre mantenuto delle riserve critiche nei suoi confronti. Eppure una qualche funzione di difesa dei ceti popolari la svolgeva. Oggi, l’eredità di quel partito è dispersa e controversa.  Certo non se ne può far carico il Pd (partito decerebrato), che avalla le manovre antipopolari del professor Monti, il Dracula dei pensionati, che succhia il sangue della povera gente, mentre salvaguarda alla grande gli interessi di Berlusconi e degli evasori fiscali.

Ma anche le altre sparse membra di quella che fu un tempo la sinistra lasciano molto a desiderare… Se è vero che la storia ritorna sotto forma di farsa, Bersani dichiara che bisogna mettere l’Italia al primo posto sembra la caricatura del Togliatti della svolta di Salerno. In un caso come nell’altro, a ben vedere, manca l’autonomia di classe, la capacità di delineare un’alternativa non subalterna alle classi dominanti. Nel caso di Togliatti però, ci fu la Costituzione repubblicana, un compromesso di alto livello fra interessi e tendenze contrapposte. Nel caso di Bersani, si dubita fortemente che sia possibile un esito di questo tipo, anzi prosegue nei fatti lo smantellamento di quella stessa Costituzione.

Si tratta peraltro di una situazione generalizzata su scala internazionale. Proprio nel momento in cui vengono al pettine i nodi della crisi del capitalismo e si avverano, per molti versi, le previsioni formulate da Karl Marx 166 anni fa, difetta una forza politica mondiale effettivamente antagonista, che sappia fungere da riferimento rispetto ai miliardi di individui colpiti dalla crisi e sfruttati dal capitalismo finanziarizzato.
In Cina, il partito comunista è  il promotore di uno sviluppo senza precedenti, per ritmo, ampiezza e livello dello sfruttamento delle classi lavoratrici. In Russia, il disastro sociale provocato dall’ubriacone Eltsin e del suo degno successore, l’ex agente del Kgb e fraterno amico di Berlusconi, Putin, sta provocando la rivolta di settori crescenti della popolazione, e il rafforzamento dell’opposizione e principalmente del Partito comunista di Zhjuganov, sulla base di un programma di lotta alla povertà e alla corruzione. In America Latina sorgono nuovi fenomeni politici, nel segno della partecipazione democratica e di un nuovo modello di sviluppo più equo, mentre si consolida la tendenza ad un’unificazione su scala continentale e nasce il Celac, con la Dichiarazione firmata a Caracas il 3 dicembre scorso dai Capi di Stato e di governo dei Paesi dell’America Latina e dei Caraibi, che si sono impegnati a realizzare società democratiche, giuste e libere . Negli Stati Uniti si sviluppa un movimento senza precedenti, Occupy Wall Street, che secondo i sondaggi gode della maggioranza dei consensi dell’opinione pubblica.

E in Europa? Il processo di integrazione rischia di andare i pezzi per effetto delle concezioni neoliberiste e monetariste che trovano nella Merkel il suo interprete principale.  L’ingrata Germania, che ha guadagnato moltissimo dal mercato unico e dall’introduzione dell’euro, volge oggi le spalle ai Paesi in difficoltà, come se tali difficoltà non scaturissero anche e soprattutto dalle politiche perseguite a livello europeo. Per salvare l’Europa da sé stessa appare necessaria ed urgente una radicale rifondazione di tali politiche per mettere al primo posto i diritti e non i profitti.

Grande è la confusione sotto il cielo, ma si esita fortemente a definire la situazione eccellente. Non mancano comunque gli stimoli ad approfondire l’analisi e a rilanciare l’iniziativa di fronte ai fallimenti del capitalismo e del socialismo reale. Quello che è certo è che la dimensione puramente nazionale dell’agire politico non è più sufficiente. Occorre, di fronte alle sfide della globalizzazione che mette a repentaglio la stessa sopravvivenza dell’umanità, progettare un’alternativa di livello mondiale. Da questo punto di vista la storia dei partiti comunisti offre utili spunti di riflessione, ma possiamo affermare come si sia definitivamente esaurita la loro spinta propulsiva. Restano invece e diventano esplosivi i problemi creati dal sistema capitalistico, per il superamento del quale si rendono necessarie nuove proposte, non meno ma più radicali in termini di democrazia effettiva e soddisfazione dei diritti fondamentali di ogni genere per tutte e per tutti.

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