In Islanda hanno già arrestato i banchieri ingordi. Anche la Banca centrale islandese è tra le istituzioni sotto inchiesta. Il procuratore speciale, Olafur Thor Hauksson, ha ordinato perquisizioni presso la Mp Bank, Almc Bank (ex Straumur) e altri manager potrebbero finire presto in galera. Gli islandesi esultano e sanno di aver fatto bene a votare un referendum che vieta alla Stato di accollarsi i debiti delle banche che hanno speculato e lucrato. «Che falliscano pure!», gridano. E l’inizio di una grande retata di banchieri nel mondo? Sarebbe salutare, se così fosse, in nome di milioni di persone che stanno patendo la fame per colpa delle banche d’affari e d’investimento che hanno innescato la crisi nel 2008 in America, contagiando il mondo intero.

L’anziana Eileen oggi ha 73 anni. Dieci anni fa (2001) aveva accumulato 400 mila dollari sul suo conto di previdenza. Sognava una vecchiaia tranquilla nella sua casa in Florida. Con l’esplosione della crisi finanziaria nel 2008 quel conto si è dimezzato, poi non è più riuscita a pagare il mutuo di casa ed oggi è costretta a chiedere il cibo presso una “banca alimentare”. Piange: “E’ così umiliante per me, dopo una vita di lavoro”. Come lei, ce ne sono a migliaia in America, in Francia, in Spagna e ora anche in Italia. Improvvisamente poveri. Di chi è la colpa?

Gli americani hanno scoperto che i principali responsabili sono i banchieri. Cioè speculatori senza scrupoli che spesso hanno come alleati le agenzie di rating. Un esempio? Il giorno prima di fallire, la banca Lehman Brothers aveva un rating alto. Tra il 2006 e 2007 migliaia di Cdo (Collateralized debt obligations) avevano la tripla A emessa dalle agenzie di rating. Invece era spazzatura. Robert Gnaidza, rappresentante del Greenlining Institute a difesa dei consumatori, rivela: «Goldman Sachs, Lehamn Brothers, Bear Sterns, Merrill Lynch: erano tutte coinvolte nella speculazione. I mutui subprime aumentarono da 30 miliardi a 600 miliardi in dieci anni. Sapevano che sarebbe successo…».

Qualcuno è andato in galera? Finora nessuno. Nel 2010 la Goldman Sachs è stata accusata di frode e costretta a pagare 550 milioni di dollari. Anche la Citygroup, protagonista della crisi finanziaria, due mesi fa è stata costretta a pagare una pesante multa, Scrive Finanza.com: «Il deal prevede il pagamento di una multa di 285 milioni di dollari per chiudere il contenzioso relativo la vendita di strumenti finanziari relativi a mutui ipotecari sui quali la banca stava contemporaneamente scommettendo contro. Per la SEC si tratta della terza multa più alta di sempre, dopo i 500 milioni pagati da Goldman Sachs per metter la parola fine ad un caso simile ed i 300 milioni comminati a State Street, accusata di aver tratto in inganno gli investitori con un fondo che investiva in mutui subprime.» Una pesante multa è stata inflitta in questi giorni anche alla banca inglese Hsbc: 11 milioni e mezzo di euro per risarcire investitori ottantenni che avevano acquistato bond e fondi d’investimento, che erano pessimi affari.

Nei giorni scorsi Bloomberg ha informato l’America che Henry Paulson, ex amministratore di Goldman Sachs, nel 2008 – in piena crisi finanziaria – nella sue veste di segretario al Tesoro incontrava i capi degli hedge fund in un grattacielo dell’alta finanza, cioè i peggiori speculatori dei tempi moderni.

Serve altro per capire che la crisi finanziaria globale ha una regia di banchieri occulti, che in molti casi meritano la galera? Il mondo respirerà aria di cambiamento se l’esempio dell’Islanda si dovesse estendere nel resto del mondo. Ci sono finanzieri ingordi che devono pagare per la povertà di molta gente. E devono pagare perché stanno trasformando le democrazie in bancocrazie.

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