In un post dell’agosto scorso criticavo le grandi opere, da sempre un mio vecchio pallino. Ebbene, direi che difficilmente si poteva ipotizzare un governo più favorevole in generale alle famigerate grandi opere di questo.

Partiamo dal nuovo Ministero che non si chiama più “Infrastrutture e trasporti”,  bensì “Sviluppo economico e infrastrutture e trasporti”. Forse non è un caso che si siano accorpati due ministeri (prima distinti, con Matteoli e Romani a presiederli): ora è certamente molto più chiaro che sviluppo e infrastrutture devono andare di pari passo.

E chi c’è come ministro a presiederlo? Quel Corrado Passera, già amministratore delegato (scusate, ma Ceo non mi piace proprio) di Intesa Sanpaolo. Quella Intesa Sanpaolo che nel 2007 ha approvato la scissione dalla casa madre della Banca per la Finanza alle Opere Pubbliche e alle Infrastrutture S.p.A. (società interamente posseduta da Intesa Sanpaolo).

E chi è il sottosegretario al novello Ministero? Mario Ciaccia, che di tale banca è stato fino a ieri a sua volta amministratore delegato. Quel Mario Ciaccia che in una recente intervista a Repubblica ha affermato: “I risultati fin qui ottenuti dimostrano che la scelta di costituire una banca interamente dedicata al public finance sia stata coraggiosa e vincente. Le principali opere in cui siamo presenti, spesso anche con capitale di rischio, stanno marciando: da Brebemi (l’autostrada Brescia – Bergamo – Milano), a Pedemontana Lombarda, da Tem (Tangenziale Esterna di Milano) a Serenissima. Ma la strada da fare è ancora molta. Le infrastrutture sono il motore della crescita del Paese e possono generare posti di lavoro, sviluppo del territorio e ricchezza.”

E qui una breve chiosa: mi piacerebbe che il nuovo sottosegretario mi spiegasse che sviluppo del territorio e ricchezza porteranno le nuove autostrade. Cosa intende per ricchezza acquisita: i non luoghi che cresceranno al loro fianco? Le pompe di benzina? Gli autogrill? Gli outlet? E la ricchezza che si perde, quella non conta nulla? Quanto terreno agricolo si papperanno da sole queste grandi opere? Di sicuro si sa che la sola Brebemi – attualmente in costruzione – espropria parzialmente o totalmente la bellezza di 410 aziende agricole (fonte Coldiretti).

Che se poi ai due, Passera e Ciaccia, aggiungiamo Corrado Clini al Ministero dell’Ambiente, il quadro è completo. Di lui è perfettamente nota la posizione favorevole alla Tav, da fare “assolutamente”.

Grandi opere avanti tutta, dunque, siano esse fatte di asfalto o cemento e tondini. Naturalmente, questo si coniuga con la tutela del territorio, di cui il nuovo Ministro all’Ambiente si vuole fare alfiere. Come si possano coniugare alterazione con tutela resta è un altro italico mistero, lo stesso mistero fiabesco che aleggia attorno alla locuzione “sviluppo sostenibile”.

Certe volte mi viene da pensare che i nostri politici (di carriera o tecnici non fa differenza) pensino di avere a che fare con un popolo di bambini che credono alle favole, appunto come quella moderna dello sviluppo sostenibile.

Certo, non gli piacerà, ma la grande novità è questa: non siamo più bambini. Siamo cresciuti.

Raccontateci qualcos’altro, per favore.

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