L’inviato del Tg1 Franco Di Mare, giornalista d’assalto e conduttore di Unomattina, annuncia tutto concitato “un’edizione straordinaria del Tg1”. Si spengono le luci, parte la storica sigla del Tg1 e appare il faccione ridanciano di Attilio Romita, seduto in studio uguale a quello del Tg1: “Grande entusiasmo e scene di giubilo a Pescara per il 50° compleanno di Fater Spa”, i cui pannolini – assicura il Ted Turner de noantri – “hanno ridato dignità a una quota significativa della popolazione”. Seguono 7 minuti di marchetta all’azienda abruzzese di assorbenti che riunisce i marchi Tampax, Pampers e Tempo. Poi, come in ogni tg che si rispetti, i commenti dei politici, italiani e internazionali. Sarkozy, Bush (“dietro ogni grande uomo c’è sempre un grande pannolone”), Putin (“tutta la Russia vi ringrazia”). E le dichiarazioni di Prodi, Gasparri, Di Pietro, Bindi, Veltroni. Infine Benedetto XVI, all’Angelus, benedice i pannolini e i loro creatori. Romita conclude con brevi ritratti encomiastici dei manager Fater, a partire dall’“inflessibile Sergio Cipolloni”. Sigla finale e la parola torna a Di Mare, che avvia il dibattito.

La penosa pantomima, un soffietto talmente smaccato che impedisce di distinguere il falso Tg1 da quello vero, è andata in scena tre anni fa al centro congressi di Pescara, a cura di due “giornalisti” del “servizio pubblico” con il logo del primo tg del “servizio pubblico”. All’epoca il direttore del Tg1 era Riotta, che non risulta aver tolto dal video i due uomini-sandwich degli assorbenti. Né risulta che la Rai abbia avviato per loro le pratiche del licenziamento. Solo un buffetto dall’Ordine dei giornalisti del Lazio, che anziché sospenderli o radiarli, li ha sanzionati con una ridicola “censura”. Eppure ai giornalisti è severamente vietato fare pubblicità (Mughini fu cacciato per uno spot): ma forse in questo caso “giornalisti” è una parola grossa.

Il video, scoperto da ilfattoquotidiano.it, è online da una settimana, ma Romita e Di Mare imperversano imperterriti su Rai1. Eppure un anno fa, quando il nostro sito lo interpellò, Di Mare disse che il finto Tg1 era stato trasmesso a sua insaputa (un caso Scajola bis) e lui ci era “rimasto male” e aveva “subito chiesto scusa”, mentre nel video lo si vede lanciare il servizio e, al termine, riprendere la linea per il dibattito coi dirigenti Fater senza batter ciglio. Romita addirittura dichiarò: “La Fater non l’ho mai sentita nominare, non ho registrato quel video”. E ora, preso col sorcio in video, sostiene di averlo girato pure lui a sua insaputa. Del resto chi dovrebbe rimuoverli dal video è Minzolini, che a sua volta avrebbe dovuto essere rimosso da almeno un anno: da quando il Fatto rivelò lo scandalo dei suoi allegri tour per il mondo in dolce compagnia e nei più lussuosi hotel del pianeta, ovviamente a spese della Rai, pagando con carta di credito aziendale anche quando risultava fuori servizio, a volte facendosi rimborsare una seconda volta (con la diaria) le spese già saldate con la credit card.

L’altra sera, mentre il Tg1 precipitava al 16%, il Romita non conduceva perché si era fatto sostituire, avendo ben di meglio da presentare: la fiera dei gelatai a Longarone. E chi l’aveva autorizzato? Ma naturalmente Minzolini. Che ora, caduto il suo sponsor B., pare alla frutta: se martedì sarà rinviato a giudizio per peculato come chiede la Procura, forse il vertice Rai si deciderà a cacciarlo. Troppo tardi e anche troppo comodo: se finora nessuno aveva mosso un dito, è perché Minzo teneva in pugno i vertici aziendali. Forse perché è più potente di loro. O forse perché è diventato un comodo alibi per tutti gli altri che, finché c’è lui, possono fare tutto quel che pare a loro. Se ora chi l’ha nominato resterà al suo posto, non cambierà nulla. O forse sarà pure peggio. Come disse Petrolini al contestatore che gli sbraitava contro dal loggione, “io nun ce l’ho con te, ce l’ho col tuo vicino che nun te butta de sotto”.

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