Secondo il rapporto presentato mercoledì dall’Istituto nazionale di Statistica del Canada (Statistics Canada), nel terzo trimestre del 2011 il Prodotto interno lordo (Pil) reale canadese è cresciuto del 3,5% su base annua, molto al di sopra delle più ottimistiche previsioni. Il dato è di quelli che fanno ben sperare, soprattutto se si considera che nel secondo trimestre dell’anno l’economia canadese era decresciuta dello 0,5%, facendo temere una nuova recessione dopo quella del 2008-09 per il gigante a Nord del confine americano. Il +3,5% dell’ultimo trimestre ha ancora più valore se si considera che nello stesso periodo l’economia statunitense è cresciuta “solo” del 2%.

Stando al rapporto di Statistics Canada, la principale ragione dietro l’aumento del 3,5% del Pil canadese è nel forte aumento delle esportazioni, che ha segnato un +14% su base annua, in netta ripresa dopo il dato del secondo quarto dell’anno, pesantemente influenzato dagli effetti economici dello tsunami in Giappone che aveva rallentato le esportazioni delle catene produttive nord americane in quel Paese. Altri fattori alla radice del forte incremento sono stati la spinta forte del settore energetico (+2,6%) e l’accentuazione del trend positivo del mercato immobiliare (un altro +2,6%), che in Canada, al contrario che negli Usa, continua a tirare bene, soprattutto nelle grandi aree metropolitane come Toronto e Vancouver, dove le case sono aumentate su base annua rispettivamente del +13% e del 7,5%.

Guardando ai dati storici, dicono gli esperti, questo aumento del 3,5% è il dato migliore dal primo trimestre 2010 e ha eguagliato il dato del primo trimestre 2011, ma questo non significa che il Canada si sia messo una volta per tutte la crisi economica globale alle spalle. Persistono, infatti, alcuni dati negativi che fanno preoccupare gli economisti: la domanda interna ha subito un pesante rallentamento rispetto al secondo trimestre dell’anno, passando da +3,1% a +0,9%. Secondo Il Corriere canadese, antico quotidiano della comunità italo-canadese, “il dato suggerisce che anche per gli ultimi mesi dell’anno si possa avere una tendenza al ribasso che continuerà all’inizio del 2012“. Un secondo importante fattore negativo riguarda il peso del debito privato delle famiglie canadesi, che zavorra la possibilità di un maggiore aumento della spesa interna e tiene bassa la fiducia dei consumatori per il breve-medio termine.

In generale, tuttavia, è chiaro che la situazione macroeconomica canadese è una delle più rosee dei Paesi del vecchio G7.

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