Quasi sempre il meglio arriva alla fine. O al fondo, se preferite. A volte bisogna solo avere la pazienza di aspettare. In tv succede spesso: a me è successo ieri sera quando sono tornato a casa dopo avere assistito (le prime due puntate non le avevo proprio seguite) a Cinecittà allo show di Fiorello. Ma, come detto, stavolta bisogna partire dalla fine per raccontare una serata di telecomicità in qualche caso riuscita, in qualche altro meno. Al fondo c’era Vespa.

Rientrato a casa accendo il televisore e mi accorgo che il succitato sta trattando, attorniato dal solito parterre, dello show che l’ha preceduto. E fin qui nulla di strano: per risollevare gli ascolti della rete trascinata verso la basso dal Tg1 di Minzolingua bisognerebbe pure inserirlo a leggere le previsioni del tempo, il Rosario. Ma proprio sul traguardo il nostro, inquadrato nella consueta postura curiale, mette a segno il lampo di comicità finale, l’assolo strappacapelli, l’acuto da campione. Eccolo: “In realtà avremmo voluto celebrare Fiorello la prossima settimana, dopo l’ultima puntata. Ma lunedì prossimo sarà il 5 dicembre, giorno in cui il Governo dovrebbe comunicare queste famose decisioni (risolino quasi isterico, sfregamento di mani, ammiccamento del neo) che dovrebbero incidere così tanto (piccola vibrazione del labbro superiore) sulla nostra vita. Dunque che volete? Mica potevamo parlare di Fiorello proprio quel giorno… e allora abbiamo deciso di farlo oggi”.

Il sottotesto era comprensibile anche ad un ornitorinco: vediamo cosa combineranno questi di Monti, chissà quali brillanti idee tireranno fuori dal cilindro per mettere le tasche nelle mani e nella vita degli italiani. Cosa che non ha fatto chi hanno cacciato…Vogliamo dire che per una mimica facciale molto più leggera due conduttrici del Tg1 sono state rinchiuse in un armadio circondate dalla naftalina? E diciamolo. Il nostro paese è questo: per un labbro che declina verso il basso si va in naftalina: per un neo che vibra di irrefrenabile ironia no.

PS. Fiorello mi ha concesso due ore di risate leggere come un’acqua lievemente frizzante. Ridi quando lo ascolti, anche a crepapelle ma dopo non ti ricordi un battuta che sia una. Ma quando ho visto la scenografia dal vivo ho riso un po’ meno: con uno studio grande un terzo e costi anche più bassi “Vieni via con me” faceva dieci milioni di telespettatori su Rai Tre. Cioè più o meno lo stesso di Fiorello. La Rai ci ha rinunciato e poi ci vengono anche a dire che senza Fiorello la Rai crollerebbe. Mah.

Articolo Precedente

Gli unici tagli di Monti: capelli e notizie

next
Articolo Successivo

“Riprendiamoci la Rai”, arriva il manifesto
a difesa della radiotelevisione di Stato

next