In contemporanea con il T-Days (una pedonalizzazione di qualche via del centro, non aspettatevi chissà che, solo che adesso fa figo organizzare i deis di qualsiasi cosa. Maledetto inglese scritto male) a Bologna arriva il “Motor Show” , la fiera più importante ospitata dalla metropoli di provincia con orgoglio che si svolge sempre durante le prime settimane di dicembre. Questo evento richiama ogni anno un milione di visitatori provenienti da tutte le parti del mondo e non ha certo bisogno di presentazioni.

Il biglietto costa un casino, ma è facile ottenere riduzioni da amici o parenti del giro. Una volta entrati vi renderete subito conto che auto e moto sono solo un pretesto per i visitatori di sesso maschile accorsi fin qui, visto che più che in ogni altra fiera, al “Motor Show” ci si va per vedere le standiste con i sederi al vento nascosti dalla macchina del fumo. Poi ci sono i test draiv, le simulazioni, le anteprime di nuovi modelli di auto e moto, le gare e le esibizioni dei professionisti delle ruote, ma il vero motore di questa fiera che almeno una volta nella vita uno dovrebbe visitare sono le donne seminude.

Altro motivo di attrazione sono gli omaggi che le strafighe donano ai visitatori che si accalcano attorno agli stend: patacchini, portachiavi, sportine, cappellini, chiavette uessebi, magliette, calzini, mutande.  Al “Motor Show” ci si accapiglia per questi oggetti e quando si torna a casa contenti con tutto ’sto ben di Dio in borsa, mogli, madri, compagne e genitori si incazzano nel vedere le cianfrusaglie che avete raccattato, ma voi fate spallucce e cercate di salvare il salvabile.

I puristi gridano: “Il ‘Motorsciò’ non è più il ‘Motorsciò’ di una volta”. Non fateci caso, lo dicono per tutto. Forse sono infastiditi dalla massiccia presenza di radio, televisioni e ueb tivi in diretta ventiquattr’ore su ventiquattro che snaturano l’evento, ma il “Motor Show” porta per una settimana all’anno del turismo alla nostra cara Bologna che, chiudendo un occhio alle strade trafficate più del solito, dall’alto delle Torri di Kenzo benedice il salvifico pellegrinaggio degli adoratori del dio Pistone.

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