Non c’è il mezzo di trasporto, niente processo. Il tribunale di Ferrara si è visto costretto a rinviare un’udienza perché la polizia penitenziaria non ha potuto portare materialmente il detenuto dal carcere a palazzo di giustizia.

L’imputato, Sereno Quirino, 47 anni, di origine napoletana, è rimasto direttamente all’Arginone. E con lui anche i due testimoni, già ristretti per altro reato nella casa circondariale. Con buona pace del normale corso della giustizia. Il tutto perché quella mattina, lunedì, non c’erano abbastanza cellulari per trasportare tutti i detenuti in attesa di convalida di misura cautelare o di processo. E così, l’udienza che doveva tenersi in Aula A alle 9.30 è slittata per forza di cose. Si ritenterà la sorte il 6 dicembre.

“Si è trattato di une vento eccezionale”, butta acqua sul fuoco il direttore del carcere ferrarese, Francesco Cacciola, che si vede costretto ad annotare nel libro nero dell’amministrazione penitenziaria, dopo il sovraffollamento delle celle e la mancanza di carta che impediva di inviare i fax , anche questa evidenza di carenza di risorse.

“La popolazione carceraria è numerosa e i nostri agenti devono assicurare anche i trasferimenti per visite mediche o ricoveri ospedalieri – spiega Cacciola -; altre volte il parco mezzi presenta unità in avaria, come registrato l’altra mattina. In quel caso non possiamo far altro che rimandare gli appuntamenti, per quanto urgenti”.

Il direttore non nasconde che “un problema di risorse esiste”, anche se “un caso del genere non si era mai verificato”.

Infine l’ultimo tiro mancino del destino. Proprio lunedì, a Ferrara, si teneva il Coordinamento nazionale dei garanti territoriali, nel corso del quale si è registrato l’appello lanciato al nuovo ministro della giustizia dall’onorevole Franco Corleone per la nomina di un sottosegretario con delega alle carceri “competente e attento”. E magari con un portafoglio da gestire.

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