Nove agenti di polizia feriti, altrettanti manifestanti portati in questura, quattro arresti e tre denunce: è questo il bilancio degli scontri di questa mattina a Napoli tra forze dell’ordine e disoccupati aderenti a varie liste. Quattro o cinque le manifestazioni di disoccupati, dipendenti di società collegate alle Ferrovie dello Stato e lavoratori impegnati nel settore dei rifiuti, che hanno sfilato nel centro della città. Le tensioni sono cominciate dopo che alcuni manifestanti di Arpac multiservizi e Astir, una delle aziende della regione per la bonifica dei suoli, senza stipendio da qualche mese, non sono stati ricevuti in delegazione all’assessorato all’ambiente. Un centinaio di lavoratori ha allora cercato di dare vita ad un corteo non autorizzato, partito dalla sede dell’assessorato in via De Gasperi. La polizia lo ha impedito, ma la tensione è salita fino a sfociare in alcuni scontri avvenuti nella vicina piazza Borsa.

Qui la polizia ha dovuto compiere delle manovre di alleggerimento nei confronti dei manifestanti che volevano a tutti i costi sfilare nelle strade del centro di Napoli. I disoccupati sono stati dispersi ma si sono poi uniti ad un corteo dei disoccupati dei ‘Banchi nuovi’, una delle sigle più attive nel variegato mondo della disoccupazione. Successivamente dipendenti Astir e disoccupati si sono spostati all’esterno della Questura, dove sono continuati gli scontri. Nel pomeriggio, poi, è arrivata la risposta della polizia, che ha arrestato quattro manifestanti, che dovranno rispondere di resistenza aggravata e violenza a pubblico ufficiale. Sono tre uomini e una donna, tre dei quali appartenenti all’Astir ed uno al progetto di formazione Oriento. Un folto gruppo di senza lavoro aderenti ad altre sigle, inoltre, continua anche ora a stazionare sotto la questura, mentre altre due persone proseguono la protesta dopo essere saliti su una gru in un cantiere della metro.

Articolo Precedente

Lavoro, 9 morti in 48 ore: “Colpa del decreto che ha indebolito le norme sulla sicurezza”

next
Articolo Successivo

Termini Imerese, una storia lunga 41 anni

next