Caro Ministro della Salute,
ci sono molte cose che vorrei chiederle. Innanzi tutto per dare delle risposte a molte famiglie che vivono un problema di salute, in un Paese che ha creduto fortemente nel Servizio sanitario nazionale e nella possibilità di essere curati nel migliore dei modi possibile.

Eppure in italia succede, a chi sceglie la sanità pubblica, perché evidentemente non può permettersi altro, di mettersi in coda per troppo tempo fino allo sfinimento, di aspettare fino a 12 mesi per una mammografia, 10 mesi per una TAC o per una risonanza magnetica, più di 8 mesi per una ecografia. E mentre i tempi si allungano, i costi aumentano, basti pensare al nuovo ticket di dieci euro su ogni ricetta, che si aggiunge al costo del ticket sull’esame o sulla visita specialistica.

Lo scenario, non nelle realtà eccellenti, ma in alcune zone d’Italia è molto preoccupante. Se gli ospedali piccoli chiudono, i posti letto diminuiscono troppo in rapporto ai bisogni, e si affolla il Pronto soccorso più vicino fino a esplodere, le condizioni di lavoro peggiorano, i rischi aumentano e i conflitti si acuiscono.

Mi ha colpito un recente gravissimo caso accaduto a Napoli, all’Ospedale Loreto Mare. Siccome le ditte delle pulizie scioperano, la struttura non è in condizioni di sicurezza e chi viene ricoverato lì per un intervento chirurgico, viene sottoposto a un doppio consenso informato… firma il consenso ad un rischio aggiuntivo di contrarre infezioni per le cattive condizioni igieniche della struttura. E’ incredibile, non sarebbe meglio dirottare le persone altrove? Dove il riscio è inferiore o almeno nella norma? Come trattiamo gli esseri umani, usiamo un modulo burocratico per fare un patto contro la salute?

Sono queste situazioni che meritano governo, governo dal centro, se non arrivano le Regioni incapaci. E il Fondo sanitario nazionale va ripartito in base ai bisogni, all’età e all’indice di deprivazione sociale, poi se chi governa è incapace, va sanzionato e sostituito, senza penalizzare i servizi per i cittadini di quella Regione.

E’ questo, Signor Ministro, che le chiedo, a nome di tutti i cittadini che ancora credono di potersi affidare alla sanità di questo Paese.

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