Virginio Merola come De Magistris. Su CasaPound il primo cittadino di Bologna sembra proprio avere seguito le orme del suo collega napoletano, e il veto posto sulla riunione dei “fascisti del terzo millennio” sta lì a dimostrarlo. Una linea che era già stata anticipata in campagna elettorale quando Merola su Casa Pound aveva avuto parole di fuoco. “E’ una organizzazione di estrema destra, della quale si occupa e si deve occupare la magistratura. Le nostre leggi vietano la ricostituzione del partito fascista”. E poi ancora: “Bisogna aggredire quelle idee perché non sono idee, sono la negazione delle idee dell’uomo”.

Una decisione, quella del sindaco, che però è arrivata dopo un iniziale nulla osta all’incontro, che avrebbe dovuto tenersi alle 16 nelle sale comunali di via Battindarno. “Formalmente non posso vietare nulla”, aveva detto solo due giorni fa il presidente del quartiere Reno Vincenzo Naldi. A prenotare gli spazi pubblici l’associazione “Sole e Acciaio”, conosciuta in città per essere l’altra faccia della medaglia del gruppo che fa riferimento a CasaPound sotto le Due Torri.

Poi, questo pomeriggio, la decisione del Sindaco di vietare l’utilizzo degli spazi pubblici. Il motivo? “Abbiamo verificato che sono venute meno le condizioni per la concessione della sala sulla base delle informazioni raccolte dopo il nulla osta”, spiega Naldi.

Insomma, se quella che Naldi ha definito “l’astuzia di Sole e Acciaio” ha superato il primo scoglio della burocrazia, una verifica più politica ha chiuso la porta agli attivisti di estrema destra. E la verifica, continua sempre Naldi, è avveuta sui “materiali informativi e pubblicitari sull’iniziativa proposti da CasaPound”. Dal canto suo il Sindaco conferma tutto, e fa sapere di condividere parola per parola le dichiarazioni di Naldi. Ad essere in questione non è tanto il contenuto specifico dell’incontro – la presentazione del romanzo “Nessun dolore”, regolarmente in commercio ed edito da Rizzoli – quanto, spiega l’ufficio stampa di Merola, “il carattere antidemocratico di CasaPound che a Bologna non può avere spazio”.

Soddisfatti sono anche gli attivisti del circolo “Iqbal Masih”. “In dieci abbiamo occupato la sala comunale da questa mattina – spiega il presidente del circolo, Giovanni Grandazzo – perché le istituzioni sembravano volere tollerare l’evento fascista”. “Siamo ovviamente soddisfatti – conclude Grandazzo – ma la prossima volta ci piacerebbe che ci sia più sostegno ad iniziative antifasciste come la nostra”.

Di diverso avviso gli attivisti di estrema destra di Casa Pound, arrivati per l’evento non solo da Bologna e provincia ma anche da fuori regione. “La revoca è confusa ed è stata concessa per motivi puerili di ordine pubblico”, spiega Luca Montanari, responsabile della comunicazione di Casapound. “Siamo stati invitati dall’associazione Sole e acciaio e la sala ci era stata confermata già da tempo”.

Contro il sindaco si schiera anche il consigliere comunale del Pdl Daniele Carella: “Se questi ragazzi sono fuori legge, allora che Merola li denunci”, spiega il berlusconiano che giudica scandaloso un divieto “antidemocratico che colpisce chi aveva seguito tutte le regole per ottenere le sale”. Carella, relatore dell’incontro, promette battaglia in consiglio comunale. Parole dure anche dal coordinatore cittadino del Pdl Fabio Garagnani, che chiede a Merola di “applicare gli stessi parametri di valutazione all’estrema sinistra, e non solo a chi non piace a lui”.
di Giovanni Stinco

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