“Maestro, hai visto cosa è successo sabato sera? Silvio Berlusconi si è dimesso. E ora il presidente della Repubblica ha deciso di fare un nuovo Stato”. Il 12 novembre 2011 resterà comunque una data storica. Persino i bambini lunedì parlavano in classe di questa crisi. A modo loro, certo. Ma come sempre i più piccoli rivelano di capire molto più di certi grandi.

“Qui in Italia le banche chiudono”, mi ha spiegato Daniele. E le ragioni di questa crisi me la ha riassunte Anabel: “E’ successo questo casino perché Berlusconi stava peggiorando il mondo facendo regole sbagliate”. Ho provato a illustrare loro cosa stava accadendo. Un mestiere più difficile d’insegnare gli assiri o i babilonesi.

“Lo Stato è un po’ come la vostra famiglia. Se ogni sera quando andate a casa vostro padre, anziché tenere da parte qualche soldo del suo stipendio, vi dà la possibilità di comprare la Nintendo, i gelati, l’ultimo astuccio di moda e a sua volta esce tutte le sere a cena, compra tre auto, va a vedere la partita e parcheggia ogni volta in divieto di sosta prendendo una multa, prima o poi manda in malora la famiglia. Ecco, anche lo Stato deve voler bene ai propri cittadini. Essere attento alle loro esigenze vere”
.

Pronta la risposta di Riccardo: “Mia madre prima usa i soldi per noi figli e poi se ne ha compra qualcosa per lei”. Paragone perfetto.

E ora? Chi è questo Monti? Ecco una nuova sfida per il maestro: spiegare che accade al Paese con il nuovo presidente del Consiglio: un “nonno” che un tempo insegnava all’università e ora proverà a migliorare l’Italia. “Sì. Sì maestro – mi ferma Laura – ma se questo non ci aiuta si cambia ancora?”. Bella domanda. Forse neanche i grandi sanno rispondere.

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