Vi erano un tempo in cui le madri affrante si raccomandavano ai figli, quegli ingrati, ripetendo loro “Prudenza!”. Prudenza, nel loro incomprensibile bisogno di uscire di casa, per andare fuori con gli amici. Prudenza nel valutare le compagnie e tutto ciò che ne poteva conseguire. Un attimo prima che il portone di casa le separasse dalle loro creature lanciavano sempre un ultimo appello: “Stai attento a quel che mangi! E per favore, niente polpettone, che quei maledetti lo fanno con gli avanzi.

Direte voi: eccoci, il Picchi si rimette a parlare di politica, già preoccupato per il prossimo governo di questo paese… No no, è del Polpettone che vi voglio parlare! Erano quelli altri tempi, altre madri, ora altri pericoli circondano altre vite e quelle dei nostri figli. Vi fu un tempo in cui il polpettone cedette il passo ad altre materne angosce. Nella classifica apparvero i motorini, le droghe, la giovane politica di intere generazioni che si ritrovarono per strade mai frequentate manifestando, ascoltando musica, scoprendo il cinema ungherese e i teatri di mezza Europa. E fu lì che l’autostop entrò prepotentemente in classifica. E fu lì che il polpettone ne uscì definitivamente per non rientrarvi più.

Oggi, dopo una vita da cuoco insistente, dove quotidianamente lo pratico, sprezzante dell’allarme residuo negli occhi di qualcuno dei miei avventori, ve ne parlo con affetto, convinto come sono che da lì ogni buona politica (domestica, s’intende) debba riniziare, ritrovando se stessa dove poi, eventualmente, le sensibilità vegetariane o vegane potrebbero darci i loro consigli, scoprendo noi altre ricette, sapendo che a noi carnivori fa comunque bene essere almeno ogni tanto un po’ vegani, o se volete un po’ indiani, o se volete un po’ islamici, o comunque in ascolto delle scelte altrui.

Polpettone base, da servirsi freddo con una buona maionese di olio vero e limoni non trattati.
– 130 gr di mollica di pane, ammorbidita con del buon latte (20cl)
– 6 uova
– 100 gr di parmigiano
– 40 gr di pistacchi
– ½ kg di magro scelto macinato due volte
– 1/5 di una noce moscata
– pepe e sale qb

Cottura in acqua bollente per 45 minuti depositando prima l’impasto sopra un cotone da cucina arrotolato su se stesso, formando così un cilindro del diametro di 10 cm, serrando in maniera certa l’estremità con del filo da cucina arrotolato con una leggera pressione intorno al polpettone fino all’estremità opposta, chiusa anch’essa da un sicuro nodo. Farlo freddare per poi servirlo a fette fra i 6 e gli 8 millimetri.

Fette, che se non mangerete fredde con la maionese, potrete risaltare in una salsa livornese con aglio, pomodoro, prezzemolo e peperoncino. Salsa con le fette di polpettone dove potrete risaltare, anche per mangiarcele insieme, patate precedentemente fritte nel costoso olio d’oliva o nel parsimonioso strutto. Seguirà prossimamente la ricetta del polpettone cotto direttamente in umido. Prima o poi parleremo del polpettone cotto in forno.

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