Dopo 17 anni esatti dall’esondazione del Po e del Tanaro in Piemonte torna il fantasma dell’alluvione. Quindici famiglie sono già state evacuate dalle loro abitazioni di Ovada (Alessandria) per il rischio di frane provocate dal nubifragio, altre sono state allontanate ieri dalle loro abitazioni a Villar Pellice, mentre a Torino si aspetta nella notte la piena del Po, in cui affluiscono le acque di molti torrenti alpini. Il presidente della Regione Roberto Cota, da giorni in allerta, ha invitato la gente a “non sostare sui ponti e tenersi lontani dai corsi d’acqua, riducendo all’essenziale gli spostamenti ed evitando i sottopassi”.

La zona più a rischio è, proprio come 17 anni fa, quella di Alessandria. La Protezione civile ha segnalato frane e smottamenti sulle strade provinciali e secondarie. In città, nel quartiere Pista Alta, c’è stato un allagamento per l’esondazione del Bormida. Sempre per lo stesso motivo sono state evacuate una decina di famiglie che abitano in cascine alla periferia. Un centro commerciale è stato sommerso, ma un’autopompa con le idrovore è già attiva per prosciugare la zona. Oltre al Bormida, in cui confluisce la piena del torrente Orba, preoccupa la situazione dello Scrivia, già in piena.

Nella maggior parte delle aree della regione il livello di criticità sale a 3, stando al bollettino meteo dell’Arpa diramato alle 13 di oggi. Le zone più a rischio riguardando soprattutto le valli torinesi Orco, Lanzo e Sangone, in provincia di Torino, la val Chiusella, Cervo e Sesia (nella vasta zona che comprende Biella, Novara, Vercelli e il capoluogo), la zona del Tanaro, del Bormida e del Belbo (tra Alessandria, Asti e Cuneo). Per il pomeriggio si aspetta che il livello critico riguardi anche le altre valli e le piane di Cuneo e Torino. Nella provincia, a Villar Pellice, ieri cinque famiglie, sempre in via precauzionale, sono state fatte evacuare. Qui nel 2008 le frane fecero tre morti. Otto borgate del Canavese sono state sgombrate. Nel capoluogo è prevista per la mezzanotte di oggi la piena del Po. I locali dei Murazzi, le banchine del lungo fiume cittadino frequentate dai giovani nelle notti del weekend, resteranno chiusi.

Nelle province di Verbania, Biella, Vercelli e nel Canavese i livelli sono in crescita ma rimangono comunque sotto delle soglie di attenzione.

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