Cultura

Dall’inchiesta sulle carceri al Gender bender
L’Italia che combatte con la cultura

Radio Radicale ha prodotto un documentario sulla situazione (drammatica) delle patrie galere. A Roma la Minerva Pictures-RaroVideo presenta "All’armi siam fascisti", mentre a Bologna va in scena il festival internazionale sulle identità contemporanee promosso da Il Cassero, gay lesbian center

di Eugenia Romanelli
La Traviata Norma

Per gli appassionati di documentari, questa settimana si consiglia un bel lavoro: una video-inchiesta sullo stato delle carceri italiane prodotta da Radio Radicale per www.fainotizia.it dei giornalisti Valentina Ascione e Simone Sapienza, per la regia di Pasquale Anselmi. Si tratta di un viaggio nel mondo della pena per raccontare il dramma delle carceri: da tempo infatti i Radicali si impegnano per informare l’opinione pubblica sul dramma della giustizia e della sua appendice carceraria, strozzata dal sovraffollamento. “Da giugno a oggi – spiega la Ascione – i temi della giustizia e delle carceri sono stati presenti in solo 0,8% delle notizie nei telegiornali e negli spazi di approfondimento”. Nel film, girato tra agosto e ottobre in otto diversi istituti di pena, sono raccolte testimonianze di detenuti, direttori, agenti, educatori, psicologi, cappellani e altri operatori.

Altra produzione da segnalare è il Dvd con booklet critico ad opera del prof. Bruno di Marino appena presentato a Roma dalla Minerva Pictures-RaroVideo, impegnata nella riscoperta e ripubblicazione di opere di elevato valore contenutistico e storico. Questa volta alla luce viene riportato, a 50 anni dalla sua travagliata uscita, il documentario di montaggio “All’armi siam fascisti”, di Cecilia Mangini, Lino del Frà e Lino Miccichè. “È un evento culturale di estrema importanza – sottolina Marta Scandorza – sia per il valore artistico sia perché fu ai tempi un film di denuncia abbastanza scabroso, in quanto svelava la connivenza tra chiesa e fascismo. Sia perché moltissimi dei punti che tocca risultano essere ancora estremamente attuali”. Da notare che la Mangini, che ha collaborato anche con Moravia e Pasolini, lavorava in un’epoca in cui, nella maggior parte dei casi, essere donna voleva significare essere esclusa da qualsivoglia espressione di cultura.

A Bologna invece si suggerisce, fino al 5 novembre, la 9° edizione di Gender Bender, il festival internazionale sulle identità contemporanee ideato da Daniele Del Pozzo e promosso da Il Cassero, gay lesbian center. Nato per dialogare con le esperienze artistiche più innovative prodotte su questi temi in ambito internazionale, quest’anno sono esposte interessanti opere da Canada, Gran Bretagna, Paesi Bassi, Svezia, Giappone, Stati Uniti, Spagna, Svizzera e Francia. In particolare da vedere il documentario Women Are Heroes dello street artist e fotografo francese JR sulle lotte quotidiane delle donne in slum, favelas e baraccopoli.

Fino al 6 novembre, poi, al Teatro dei Documenti di Roma, molto toccante è lo spettacolo L’importanza di Donatella, di e con Donatella Mei: in uno stile personalissimo, l’autrice–attrice racconta uno spietato fatto di cronaca (il massacro del Circeo) che è riuscito a provocare, nel nostro sistema giudiziario, una rilevante modifica. Lo stupro, infatti, da delitto contro la morale è stato riconosciuto delitto contro la persona.

Infine, Bari. Dal 4 novembre parte la XXVI edizione di c. Sulla via delle musiche possibili, rassegna musicale che ha lanciato produzioni di artisti come Caetano Veloso e David Sylvian. Quest’anno in particolare ci sarà una sorta di “Pianozones” per accogliere alcuni compositori/pianisti, alcuni molto giovani, capaci di dar voce alla contemporaneità non solo in musica (molte le performances di genere artistico diverso, ma con in comune sempre il piano): si va dal muro di suoni dei 6 pianoforti di Pianocircus al piano in versione tecno del duo Wesseltoft&Schwarz, dalla visionarietà cinematografica di Dustin O’Alloran (autore per la regista Sofia Coppola) e di Yann Tiersen (autore della celeberrima colonna sonora di Amelie) al panismo stile Repubblica di Weimar di Mirko Signorile, autore con Giovanna Carone di Betam Soul, particolarissimo progetto dedicato alla musica ebraica.

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