Giorgio Gori, fondatore della casa di produzione Magnolia

Giorgio Gori lascia Magnolia, la casa di produzione che aveva fondato dopo aver lasciato la direzione di Canale 5, per “intraprendere nuovi percorsi professionali”. Non nel business, ma in politica, a quanto si capisce dalla lettera inviata ai dipendenti del gruppo Zodiak di cui abbandona tutte le cariche operative: “E’ giusto che voi andiate avanti, a cogliere successi ancora più grandi, e che io provi a fare qualcos’altro. Cosa? Non un altro business, di questo sono abbastanza sicuro. La situazione che stiamo vivendo fa sì che non sia più tempo, a mio avviso, per chi può farlo, di perseguire solo i propri privati interessi”.

Sono in molti a collegare la scelta di Gori con la sua presenza, lo scorso finesettimana, al Big Bang dei rottamatori organizzato a Firenze da Matteo Renzi. Dove è emerso, fra l’altro, che le cento idee per l’Italia pubblicate in pdf sul sito della manifestazione al termine del dibattito sono uscite materialmente in file pdf dal portatile di Gori medesimo. Da tempo, comunque, il manager televisivo manifestava ai suoi collaboratori l’intenzione di fare qualcosa “in prima persona” per contribuire a cambiare la situazione politica del paese, da una posizione moderata-riformista.

Giorgio Gori annuncia di essersi dimesso da tutte le cariche operative di Zodiak Media Group, Magnolia e Zodiak Active. Il gruppo Zodiak è un’importante società internazionale di produzione e distribuzione di contenuti per la televisione e i nuovi media. Magnolia, società di cui Gori lascia la presidenza, ha nel portafoglio format di programmi di grido come L’Isola dei Famosi e X-Factor, ma anche programmi d’informazione come Exit e Piazzapulita di La7. Scarsi, invece, i rapporti con Mediaset dopo l’abbandono della direzione di Canale 5 nel 2001. Gori resterà consigliere del Board di Zodiak Media.

“Quelli che di voi mi conoscono meglio”, si legge ancora nella lettera ai collaboratori, “sanno che ogni dieci anni, più o meno, dentro di me si manifesta con forza il bisogno di affrontare nuovi percorsi, di mettere in discussione l’acquisito, di provare ad imparare qualcosa di nuovo. E’ successo così anche quando decisi di lasciare Mediaset. Da lì nacque Magnolia, e di quella scelta non mi sono mai pentito”.

Articolo Precedente

La figura da pirla dei nostri politici

next
Articolo Successivo

Digiuno mediatico per Alemanno e Bossi

next