“Un passaggio fondamentale” che corrisponde al “corretto equilibrio tra i costi delle istituzioni e la democrazia in un momento difficile del Paese”. Vasco Errani, presidente della Conferenza delle Regioni, commenta soddisfatto il via libera al provvedimento che sancisce l’abolizione dei vitalizi dei consiglieri regionali. E non è il solo. A cantar vittoria sono tutti i governatori italiani: da Renata Polverini a Roberto Cota, da Stefano Caldoro a Luca Zaia, per qualche ora un unico filo rosso ha legato nord e sud nell’euforia per il via libera a uno dei pochi provvedimenti anti-casta che la politica italiana è stata in grado di produrre negli ultimi mesi.

Nessuno però si è soffermato su un punto: il provvedimento avrà efficacia solo a partire dal prossimo rinnovo dei Consigli regionali e, quindi, non riguarderà gli amministratori che ieri hanno trovato l’accordo. Salvo rarissime eccezioni. Come la Calabria o il Trentino, che hanno già scelto di abrogare le pensioni per gli ex consiglieri. O come le Marche, dove ieri alcuni onorevoli hanno formalizzato la rinuncia al vitalizio. A ridurre i costi della politica si impegnerà, lo promette, anche il Presidente del Consiglio della Lombardia, il leghista Davide Boni, che ieri ha indetto una conferenza stampa annunciando l’abolizione immediata dei vitalizi e delle auto blu regionali, scatenando così l’ira dei colleghi del comitato regionale incaricato di predisporre una legge bipartisan che diminuisca indennità di carica e spese degli uffici lombardi.

Una scelta drastica, certo molto più incisiva di quella che, sempre ieri, il parlamentino campano ha deciso di adottare all’unanimità. La nuova legge prevede la “sospensione dell’erogazione dell’assegno vitalizio per gli ex consiglieri regionali eletti al Parlamento europeo, al Parlamento nazionale o ad altro Consiglio regionale”, ma solo “fino al termine dei suddetti mandati”. In soldoni, al termine della legislatura, i deputati e i senatori campani avranno di nuovo diritto alla pensione da consiglieri regionali, che si aggiungerà a quello da parlamentari. Due pensioni d’oro per una vecchiaia a cinque stelle. Certo, nell’immediato il colpo al conto corrente degli otto campani colpiti dal provvedimento è notevole: per pagare i loro vitalizi, dalle disastrate casse regionali uscivano ogni mese circa centomila euro, che diventano milioni se si pensa che la legge era in vigore dal 2005. Molto di più tuttavia si risparmierebbe se si decidesse di sospendere i vitalizi da subito oppure, come propone il capogruppo Pd Giuseppe Russo, se si decidesse di passare al sistema contributivo per le pensioni degli onorevoli. Ma la maggioranza, per ora, da quell’orecchio sembra non voler sentire. “Della questione stiamo discutendo al livello nazionale in conferenza delle Regioni per mettere a punto una norma che valga per tutti”, ha commentato Paolo Romano, Presidente dell’assemblea. Come a dire: ben vengano le leggi anti-casta. Ma un passo alla volta.

di Andrea Postiglione

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