TramontoNel soffriggere i porri portate pazienza, aspettando che la rosolatura arrivi fra il color oro e il color rame, e state attenti armati di mestolo che non arrivi il color bronzo. Fermate il tutto con pochissimo pomodoro pelato. Il caldo composto dovrà rimanere sostanzialmente del suo colore. Frantumateci a quel punto del baccalà in intelligente misura, usando ciò che sarete stati capaci di rintracciare nei vostri mercati. Se fortunati le guance sono perfette, ma anche code e filetti fanno il loro dovere.

Se in possesso del giallo San Giovanni, dopo aver ringraziato tutti gli dei più il vostro pizzicagnolo, sprecatene un po’ per questo intingolo per un classicissimo baccalà coi porri di cui quest’oggi vi scrivo perché lo considero per me stesso la più potente delle droghe possibili. La sua assunzione, nel darmi una frustata che corre dalla colonna vertebrale fino al cervelletto, ha come immediato secondo effetto che lo sguardo mi si fissi lontano, verso orizzonti con soli nascenti, speranze di un mondo migliore, con un “mettete dei fiori nei vostri cannoni” che rigalleggia prepotentemente nella mia memoria facendomi comprendere all’istante la forza rivoluzionaria di quel messaggio, portandomi lontano dal dolore di estintori lanciati e di pistole dorate brandite e solo capaci di suscitare pietà per chi andava giudicato con la completezza della sua storia davanti agli uomini.

Buttate delle tagliatelline all’uovo a cuocere e ancora completamente al dente, rigiratele, dopo averle scolate, nell’intingolo di baccalà e porri. Mentre condividerete questo piatto con le persone dei vostri dintorni, ragionate con loro sulla memoria di quel genio di Zavattini che ci metteva in guardia dicendo: “La guerra è precisa, la pace invece è imprecisa: sapere la pace”.

Armatevi anche di pane per la necessaria ripulitura di questo piatto.

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