Sei perquisizioni e dodici persone controllate questa mattina a Bologna, nell’ambito di una serie di ispezioni condotte dalla Digos scattate dopo gli scontri di sabato scorso a Roma, avvenuti nel corso della manifestazione degli indignati. Si tratta di persone che le forze di polizia ritengono appartenere all’area anarchica della città e che già lo scorso 6 aprile erano finite nell’inchiesta condotta dal sostituto procuratore Morena Plazzi, inchiesta che aveva riguardato 30 attivisti cittadini dopo una serie di episodi contro le sedi bolognesi dell’Ibm e all’Eni.

Al termine delle perquisizioni di oggi sono stati sequestrati diversi oggetti che si ritiene possano essere serviti a Roma e nel corso di altri cortei pubblici. Tra questi maschere antigas, fumogeni, protezioni, paracolpi, caschi integrali e passamontagna. Nel frattempo l’esito dei controlli di questa mattina è stato trasmesso all’autorità giudiziaria per procedere con le denunce (al momento si parla di denunce a piede libero) e con l’apertura di un nuovo fascicolo d’indagine.

I controlli di oggi si aggiungono ad altri quattro effettuati già nella giornata di ieri. Condotti ancora dalla polizia della questura di Bologna, hanno riguardato giovani sempre ascritti all’area anarchica di rientro dalla capitale dopo la manifestazione di sabato. E in tutti i casi sarebbero persone già note alla Digos bolognese, che in passato li aveva già denunciati per reati commessi in piazza e che hanno riguardato l’ordine pubblico. Anche in questo caso era scattato il sequestro di materiale analogo a quello rinvenuto questa mattina.

Nel frattempo, per quanto riguarda lo studente pugliese arrestato sabato per gli scontri e processato per direttissima oggi, è intervenuto il padre, Maurizio Pascali, in difesa del ventunenne, Valerio. “Lo hanno preso mentre scappava dalle cariche della polizia”, ha dichiarato l’uomo. Il ragazzo, nato a  San Pancrazio Salentino, non era conosciuto alle forze dell’ordine bolognesi, ma sarebbe stato denunciato in Puglia perché il lancio di materiale fumogeno e per disordini di tifosi provocati nell’ambito di manifestazioni sportive.

I fatti risalirebbero a tre anni fa, quando Pascali frequentava ancora l’ultimo anno di liceo e che gli costò una denuncia a piede libero. A suo carico, oltre ai fatti addebitatigli nella capitale, ci sono anche le attività investigative condotte dai vice questori aggiunti Vincenzo Zingaro e Francesco Barnaba, della questura di Brindisi. Dalle informazioni disponibili al momento, il ragazzo pugliese, trasferitosi a Bologna per ragioni di studio e che pare non frequentasse i centri sociali del capoluogo emiliano, sarebbe stato arrestato in via Merulana sabato pomeriggio, una delle zone in cui gli scontri con i reparti mobili di polizia, carabinieri e guardia di finanza sono stati più fitti.

Ed è proprio in corso di preparazione la risposta del mondo dell’autonomia bolognese. Per questa sera, a partire dalle 21, gli attivisti emiliani si sono stati appuntamenti e, a turno, prenderanno la parola portavoce del centri Tpo, Bartleby, Panenka e Sadir. Scopo dell’incontro è quello di fare il punto di quanto accaduto nel corso dei disordini romani, ma soprattutto quello di condannare le violenze e respingere qualsiasi addebito che possa essere loro ascritto, anche solo a livello morale.

Nella capitale, sabato scorso c’erano 1500 bolognesi e dalle informazioni che sono state a cavallo del week end i giovani non sarebbero stati coinvolti dai scontri di strada e dagli assalti a banche, finanziarie, centri per l’impiego e sedi istituzionali. Ma – a quanto è stato dichiarato – avrebbero cercato di sfilarsi dalle aree più a rischio una volta che la situazione ha iniziato a degenerare puntando verso i pullman con cui erano giunti.

Sempre da Bologna giunge nel pomeriggio una dichiarazione di Cathy Latorre, consigliere comunale di Sel, che proprio in apertura di consiglio comunale ha riportato in modo critico la sua testimonianza dalla piazza romana di sabato scorso: “le forze di polizia, che dovrebbero garantire la libera espressione del dissenso, hanno attaccato una piazza, caricato e lanciato fumogeni ad altezza d’uomo, caricando anche pezzi del corteo pacifici e ignari. Non hanno isolato, prima, durante e mentre, i gruppi dal volto coperto che a Roma hanno agito indisturbati. Com’è stato possibile che persone visibilmente orientate ad esercitare violenza abbiano attraversato tutto il corteo ostacolati soltanto dalle grida di dissenso dei manifestanti pacifici?”

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