Eccoli i ragazzi del post-berlusconismo, quelli che guardano già oltre.  Dopo essere stati post-fascisti, abituati come sono stati a mettere passati scomodi alle spalle, per questi orfani di Gianfranco Fini archiviare anche un personaggio mai troppo amato come il Cavaliere sarà molto facile. In realtà lo stanno già facendo. Aspettano solo la fine della legislatura, poi il nome Berlusconi finirà tra le reliquie.

Alla prima festa provinciale della Giovane Italia di Bologna, l’ala giovanile del Popolo della libertà, non va in scena nessun party in stile Palazzo Grazioli, di quelli tra consumati tra soubrette, barzellette e schitarrate di Apicella. Pochi saluti romani, nessuna croce uncinata (almeno alla presenza di chi scrive, ndr), questi ragazzi e ragazze al 99 % provenienti dalle file di quella che fu Alleanza nazionale, al bunga bunga preferiscono musica identitaria, un trancio di pizza, una birra, e soprattutto niente canne.

Se parlando di politica sembrano tutti addestrati a non mettere mai in discussione il partito, lo sconcerto per gli scandali sessuali che hanno travolto il loro premier è condiviso e imbarazza. “Il problema diventa tale quando le donne che si porta nella camera da letto vengono candidate nei listini bloccati piuttosto che in altri ruoli”, spiega Lavinia, milanese di 25 anni con un passato quasi decennale di militanza tra le file dei giovani di An.

Runa ha 23 anni, è bolognese. Da dietro i suoi giganteschi occhiali colorati racconta i suoi valori: onore, patria, rispetto dei patti, famiglia. Di fronte a questi valori l’immagine delle donne venuta fuori dalle vicende del premier non la mettono a suo agio nella sua azione politica. “Stare dietro a un banchetto col simbolo del Pdl ti fa ricevere degli appellativi poco simpatici quando sei una donna”. Runa, come molti dei suoi colleghi di partito guarda già oltre, e anche se difende l’azione del suo partito nel governo, nel futuro per l’attuale presidente del Consiglio non c’è spazio: “Secondo me ci vorrebbe un rinnovamento, la politica di Berlusconi andava bene 15 anni, non adesso”. Enrico, 21 anni, non ha peli sulla lingua per definire il suo pensiero a riguardo: “Una persona di destra ha dei valori, l’identità del proprio paese, la famiglia, la vita. Sicuramente per i ragazzi che fanno militanza le vicende del nostro premier non sono state un toccasana”. Allora non sarà un caso dunque che anche per le vie di Bologna il nome di Berlusconi sia sparito dai manifesti elettorali: quel nome imbarazza.

Su chi dovrà succedere a Berlusconi, tuttavia, c’è molta incertezza tra questi ragazzi. Un nome torna sulla bocca di molti, quello di Angelino Alfano. Colpisce che non salti fuori un nome ex An, ma del resto, quello che fino a un anno fa sarebbe stato il naturale successore non c’è più. “Quella dell’addio di Fini è una pagina dolorosa per ognuno di noi. Credevamo in lui e abbiamo scelto di fare politica perché c’era lui”, raccontano un po’ tutti.

Intanto, sul fronte musicale della festa, dopo un canzone rockettara dal ritornello evocativo, Eja eja alalà, arriva un brano abbastanza inaspettato, l’Avvelenata di Guccini, cantato a squarciagola da tutti i quaranta-cinquanta presenti. Naturalmente nel punto dove la canzone parla di “compagni”, la variazione sul pezzo è unanime e l’urlo si alza chiaro: “Camerati!”. Poco prima una ragazza spiega il suo parere sulla recente vicenda della legge bavaglio, che ha visto per qualche giorno a rischio la stessa esistenza del sito di Wikipedia: “Levare la libertà di espressione no, ma mettere un freno quando è troppo è giusto”. Cos’è “troppo” quando si parla di libertà di espressione e Wikipedia non è chiaro. Insomma, non saranno berlusconiani, ma del resto questa Giovane Italia è cresciuta a pane, nutella e Almirante.

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