Nel 1991 Mike Tyson fu accusato di stupro da Desirée Washington che era andata nella sua camera d’albergo intorno alle 2 di notte; con Tyson, non con il casto Giuseppe. Non presentava esiti di lesioni o anche di semplici percosse. Tyson fu arrestato e processato in tempi brevissimi. La giuria disse che l’imputato era colpevole. Il giudice lo condannò a 10 anni (di cui 4 successivamente condonati). Poi tutti andarono a casa salvo Tyson che tornò in prigione. Chiasso finito. Anche perché, lì, di Appello e Cassazione non se ne parla: il popolo ha deciso così, che altro vuoi? Però, perché era colpevole di stupro nei confronti di una donna presumibilmente consenziente, non glielo spiegò nessuno.

Nel 1999 la Cassazione mandò assolto un certo Carmine, anche lui accusato di stupro. Nella sentenza i giudici spiegarono che la ragazza era consenziente perché indossava i jeans e, se si fosse opposta, l’imputato non sarebbe riuscito a levarglieli perché erano troppo stretti.Visto però che la penetrazione c’era stata, il che presupponeva che i jeans non fossero più al loro posto, la conclusione era obbligata: se li era tolti volontariamente.

Nessuno ebbe dubbi sulla condanna di Tyson. Un po’perché lui era “cattivo ”; e un po’ perché, come si fa a criticare una decisione di cui non conosci le ragioni? Negli Stati Uniti non c’è la sentenza, c’è il verdetto. Non si spiega perché, si dice che così il popolo (la giuria è il popolo) ha deciso. E il popolo non deve spiegazioni a nessuno. Invece sull’assoluzione di Carmine si scatenarono tutti. Molte deputate e senatrici andarono per qualche giorno in giro con i jeans: sottile allusione a una motivazione che di giuridico aveva poco, questo è vero; ma che non era del tutto campata in aria.

Tutto questo fu possibile perché, in Italia, i giudici spiegano le ragioni della loro decisione. In Italia le sentenze sono sottoposte al controllo dei cittadini, oltre che dell’imputato. Se sono sbagliate se ne accorgono tutti. E poi ci sono 3 gradi di giudizio; e ogni volta bisogna motivare perché si assolve o si condanna e perché si è d’accordo – oppure no – con la decisione dei giudici precedenti. Un lavoraccio. Però, vuoi mettere andare ingalera sapendo che ti hanno “sgamato ”; oppure, per le vittime e i loro familiari, sapere perché quel farabutto che ha ucciso, rubato, stuprato etc invece era innocente?

Tutto questo mi è venuto in mente mentre milioni di voyeurs nazionali spettegolavano su Amanda e Raffaele. Hanno avuto un c… pazzesco. Amanda nella sua patria d’origine, sarebbe stata cacciata in galera (magari anche ammazzata – con l’elettricità o il gas o il veleno, chissà) se il popolo sovrano, composto da non so quanti cittadini, magari un po’ scandalizzati dalle sue storie hard, avesse deciso che sì, lei Meredith l’aveva fatta fuori: del resto, che ci si può aspettare da una così? Oppure mandata a casa, com’è successo qui, dopo il processo d’Appello. Che lì, in Usa, naturalmente non ci sarebbe stato. Ma soprattutto di Dna, reggipetti e coltelli nessuno avrebbe saputo niente.

Se la giuria avesse deciso per la condanna perché convinta da un abilissimo procuratore distrettuale che aveva fatto a pezzetti un avvocaticchio da quattro soldi; o per l’assoluzione perché sedotta da un avvocato fichissimo opposto a un burocrate noioso e prolisso; beh, che importa? Il popolo è sovrano. Ma fa un sacco di c…! Si, però sempre popolo è.

Il Fatto Quotidiano, 7 ottobre 2011

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