Parlare di “riscaldamento climatico” potrebbe diventare tabù nelle scuole americane. Lo rivela il magazine Science, secondo cui la battaglia sul clima potrebbe prendere il posto di quella sull’evoluzione, in un Paese dove il confine della scienza è più labile che mai.

È il caso del dipartimento di scienze del liceo Los Alamitos, nel sud della California, che ha recentemente proposto un corso in scienze ambientali. “Un’ottima idea” secondo il consiglio scolastico. Ma quando si sono accorti che il programma di studio comprendeva un modulo sul riscaldamento climatico, allora sono iniziate le perplessità, in quanto l’argomento “si presta a delle controversie”. “È una situazione difficile, noi cerchiamo solo di presentare i fatti scientifici”, ha dichiarato Kathryn Currie, responsabile del dipartimento.

Secondo Science non si tratta di un caso isolato. “In tutti gli Stati Uniti gli insegnanti di scienze lamentano la frequenza di attacchi di questo genere”, si legge. “Dobbiamo constatare che il clima sta diventando un oggetto di controversia tanto quanto la teoria dell’evoluzione, visto che sempre più cosiddetti “professori di sinistra” sono accusati di imporre le loro teorie ad un pubblico fatto di ragazzi altamente influenzabili”. La conferma arriva da Roberta Johnson, direttrice del National Earth Science Teachers Association, secondo cui “l’evoluzione è ancora in testa alle critiche ma il cambiamento climatico rischia di superarla”.

D’altronde la scuola americana non è nuova a questo tipo di diatriba. Il tira e molla tra evoluzionisti e creazionisti, ovvero tra i sostenitori della teoria dell’evoluzione della specie di Darwin e chi crede invece nella creazione divina, va avanti da decenni ed influenza in modo tangibile quello che nelle scuole viene insegnato ai teenagers americani. I creazionisti, in particolare, non solo contestano la teoria di Darwin, ma chiedono, anche con azioni in tribunale, uguale o superiore legittimità per la tesi creazionista durante le lezioni di Scienze nelle scuole, affermando che non è corretto presentare un’unica teoria sull’origine delle specie senza esporre anche le sue alternative. Una posizione più estremista persino di quella della Chiesa cattolica, che preferisce non esprime una posizione ufficiale riguardo alla teoria dell’evoluzione e rimette la questione agli scienziati.

Un dibattito che negli States non poteva non approdare sul piano politico, viste le frequenti vibrazioni puritane che scuotono il Paese, soprattutto in tempi di crisi. Non va dimenticato che Sarah Palin, leader del Tea Party, l’estrema destra populista, e candidata alle primarie repubblicane del 2012, oltre al sì deciso alla pena di morte, al no alle coppie omosessuali e al rifiuto dell’aborto, fa delle teorie creazioniste uno dei propri punti forti. “L’evoluzione non deve essere considerata come un principio già definito”, sostiene la Palin, che si dice più che mai convinta del “ruolo di Dio nella creazione della Terra”.

Insomma, da Darwin al clima, la scienza negli stati Uniti sembra più incerta che altrove. Ma a differenza dei professori di biologia, quelli dell’ambiente non sono protetti dal primo emendamento della Costituzione americana che “garantisce la terzietà della legge rispetto al culto e il suo libero esercizio”. Si perché i professori “di sinistra” rischiano di essere trascinati in tribunale, visti gli scandali minacciati da qualche genitore particolarmente credente. Soprattutto nello Stato della Louisiana, dove una legge del 2008 definisce il cambiamento climatico e l’evoluzione come delle questioni “ad alto rischio di controversia” e quindi sulle quali va prestata particolare attenzione.

Nel 2009 l’Heartland Institute (un think tank di Chicago), ha ricevuto un cospicuo finanziamento da parte di Exxon Mobil per spedire ai presidi dei 14mila consigli scolastici dello Stato una brochure intitolata The Skeptic’s Handbook, dove si sostiene che i professori (compresi quelli “di sinistra) “dovrebbero imparare che c’è ancora molto da imparare” sul cambiamento climatico. Insomma, a scottarsi con il riscaldamento climatico negli Stati Uniti, rischiano di essere soprattutto gli insegnanti (anche quelli non di sinistra).

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