Nella stagione dei congressi provinciali, Umberto Bossi cerca di riprendere in mano le redini della Lega. Se la prende con quelli che nel partito “parlano a vanvera”, e magari neanche c’erano quando il Carroccio fu fondato grazie ai soldi messi a disposizione dalla moglie Manuela. Il senatùr rivendica il rapporto saldo con Silvio Berlusconi, che certi “geni” (ironico) della Lega vorrebbero rompere. Resterà dunque fedele al governo, che però lui stesso giudica inefficace, tornando sul concetto di un’”Italia che non tiene più”, anche in polemica con le dichiarazioni del presidente della Repubblica.

“Nella Lega ultimamente vedo troppa gente che parla a vanvera, questo devo dirlo, troppa gente, addirittura mi fa passare la voglia di far politica tutta questa gente che parla e parla”, ha affermato Bossi, intervenuto a sopresa nella notte alla Festa della Lega di Buguggiate, alle porte di Varese. “La gente ci doveva essere all’inizio a fare la Lega, questa gente non c’era – ha continuato -. I soldi per fare la Lega li ha messi la Manuela, mia moglie, che ci diede addirittura la prima sede, ci diede casa sua, non avevamo altro. C’e’ tanta gente che parla, io conosco la verità di quei tempi, so chi c’era e chi non c’era. Quelli che parlano non c’erano, parlano per farsi vedere”.

Il segretario leghista parla anche dei mal di pancia degli imprenditori, in rivolta contro l’inerzia del governo in campo economico, da Confindistria alle iniziative personali di Diego Della Valle: “Se gli imprenditori stanno gridando, troppo secondo me, è perché anche loro qualche difetto ce l’hanno, non c’è più nessuno che è capace di inventare un lavoro”. Gli industriali “possono parlare”, secondo Bossi, “ma se tutto quello che chiedono sono i vantaggi dello Stato, rischiamo di diventare come il sud: chi vive di vantaggi, di aiuto dello Stato, non va molto distante”. Dunque è “inutile che dicano ‘colpa della politica’, è colpa di tutti: è colpa di quelli che avevano in mano il volante e non hanno saputo guidare, se no è troppo semplice dire che è colpa di Berlusconi: quello avrà le sue colpe, ma non è che quando piove è sempre colpa di Berlusconi”.

Alla festa di Buguggiate, dove ha portato anche il sostegno al “suo” candidato per il delicato congresso provinciale di Varese, Maurilio Canton sindaco di Cadrezzate (a Brescia ha appena vinto un candidato di Roberto Maroni), il ministro Bossi ha riservato una stoccata al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: “Facile parlare da Napoli e da Roma che la Padania non esiste (sic) per tranquillizzare, ma tutti hanno capito che l’Italia non tiene più, fa fatica a tenere, non ha più i mezzi economici, nonostante le manovre che fa Tremonti nel tentativo di non farsi squalificare dall’Europa”.

Nonostante l’ammissione dell’inefficacia dell’azione di governo, Bossi ha ribadito la sua fedeltà, presente e futura, al premier Berlusconi. “Non si può fare un accordo, andare a votare e poi abbandonare”, ha affermato. “Quando vengono le elezioni si può, sì, evitare di andare assieme, si può fare che la Lega va da sola, sapendo già però che con questo vince la sinistra… per capirsi”. E quelli che nella Lega chiedono la rottura con Berlusconi sono, ironicamente, dei “geni”

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