Saranno uno di fronte all’altro. Come un tempo. Solo che attorno a loro non ci saranno le porte del “potere rosso” in Emilia Romagna, ma quella dell’aula di un tribunale. Giovanni Consorte e Giovanni Donigaglia si incontreranno il 28 ottobre davanti ai giudici del processo Coopcostruttori. Uno come testimone, l’altro come imputato. La materia penale parla di bancarotta fraudolenta per il crac del colosso argentano dell’edilizia. L’ex patron, Donigaglia, si è sempre difeso giurando che la cooperativa poteva essere salvata e il piano di soccorso venne affossato da Legacoop e Consorte.

Una difesa più politica che altro che Donigaglia ha ribadito anche ieri in tribunale a Ferrara, durante un’ora e mezza di dichiarazioni spontanee rese al termine dell’istruttoria dibattimentale. “Ho sempre difeso la cooperativa e i soci”, ha rivendicato l’ex presidente Coopcostruttori, a differenza di “Consorte, che bocciò il piano di salvataggio per salvare le cooperative ravennati; Checcoli, che non disse nulla, credo per mantenere il suo posto, altrimenti sarebbe in Sicilia a lavorare, come me, e Claudio Albertini (ex dirigente Finec, la ex finanziaria di Unipol)”.

Ora Consorte potrà raccontare la sua versione. E in verità lo ha già fatto, in gran parte. Durante una recente intervista a un quotidiano locale, la Nuova Ferrara, l’ex vertice di Unipol ha mostrato il documento (fino ad allora ritenuto inesistente, secondo le deposizioni degli imputati) comprovante l’esistenza del famoso “studio Finec”. È l’anno 1997 e i tecnici dell’ex finanziaria di Unipol accertano che già allora la Coopcostruttori era “decotta”. Dichiarazioni che “smentirebbero radicalmente i fatti riferiti dagli imputati e da alcuni testimoni (ad esempio Egidio Checcoli) e quindi confermare la fondatezza dell’accusa”, spiegano gli avvocati di parte civile che hanno chiesto e ottenuto dal presidente Caruso l’esame testimoniale.

Nell’intervista Consorte dice che i conti della cooperativa erano insostenibili: “patrimonio netto inesistente, indebitamento con le banche sulle riserve tecniche con un incasso medio del 20%” .

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