Allora, è deciso, via le province. No, qui Berlusconi non c’entra. Almeno, non direttamente. La decisione è stata presa dal numero uno dello sport nazionale, Gianni Petrucci, titolare della poltrona più calda del Coni, che ieri, nel corso della giunta del Comitato olimpico, ha presentato il suo progetto per ridare ossigeno allo sport di casa nostra.

La premessa: se nel 2011 il Coni riceverà circa 430 milioni di euro, denaro garantito o quasi dalla precedente Finanziaria, del 2012 non v’è alcuna certezza. Meglio, si dice che dai 430 milioni si scenderà e pure di parecchio, ma non è ancora chiaro quale sarà l’entità della “sforbiciata”. Potrebbe essere verosimilmente – dicono voci di palazzo – di 50/70 milioni di euro. Una mazzata mica da ridere, un taglio di circa il 15 per cento. Il Coni, che già aveva stretto la cinghia negli anni passati per la costante diminuzione dei fondi destinati allo sport, rischiava di sprofondare nel buio più assoluto. Da qui, la rivoluzione di Petrucci, che da più parti è stata interpretata come un chiaro segnale al governo: è un momento di crisi, è necessario risparmiare dove possibile, lo facciamo noi prima che il “suggerimento” arrivi dall’alto.

Dunque, prima operazione del nuovo salva-Coni: chiudere i comitati provinciali. Tutti, senza alcuna distinzione. A oggi, se ne contano un centinaio sparsi per la penisola. Le competenze passeranno ai comitati regionali, “si farà lo stesso, pure meglio”, lasciano intendere gli uomini di Petrucci. Considerando la vendita di alcune sedi e l’interruzione dei contratti di locazione di altre, il risparmio complessivo dovrebbe aggirarsi intorno ai 6,5 milioni di euro.

Seconda operazione: taglio dei consiglieri federali. Con il nuovo progetto, le federazioni sportive dovranno snellire l’organizzazione interna. Non saranno consentiti più di dieci consiglieri più il presidente per federazione. Qualche esempio. La Federcalcio oggi ne conta 27, la Federbaseball 19, la Federcaccia 20. Con la riforma varata da Petrucci, circa 200 consiglieri dovranno lasciare la propria sedia, per un risparmio previsto di 2 milioni di euro o poco più.

Terza operazione: ottimizzazione delle risorse e degli investimenti. Il Coni centralizzerà una serie di servizi che al momento sono di competenza delle singole federazioni. Viaggi, assicurazioni e quant’altro. Tutto ciò che potrà essere gestito e concordato dal Coni, per garantire migliori condizioni e meno spese, passerà agli uffici di Roma, che si occuperanno di seguire le pratiche dall’inizio alla fine. Con buona pace dei dipendenti, che per sopravvivere alla nuova ondata di lavoro dovranno rivedere compiti e spettanze.

Quarta operazione, probabilmente la più importante: incrementare i ricavi. Che significa, fondamentalmente, far fruttare al meglio i grandi eventi internazionali che si terranno nel nostro paese nel corso del prossimo anno. Dagli Internazionali di tennis al Sei Nazioni di rugby, lo sport italiano deve trovare la strada migliore per fare business e produrre denaro. Il Coni stima in circa 10 milioni la cifra che potrà arrivare da questa voce. E’ un obiettivo alla portata, secondo Petrucci. Che firma un progetto destinato ad entrare nella storia dello sport italiano.

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