‘Dritte’ sugli appalti per far vincere un paio di imprese in danno di altre che pure avevano presentato offerte migliori. Questi i fatti che, secondo l’accusa, hanno portato al rinvio a giudizio da parte del Gup di Bologna Mirko Margiocco di quattro funzionari della multiutility Hera (il responsabile dell’area business unit Emilia, l’addetto al settore discariche e impianto di trasferimento, la responsabile dell’ufficio acquisti, appalti e lavori, una impiegata dell’ufficio appalti con il ruolo di ‘buyer’) e di due imprenditori per le accuse, a seconda dei casi, di turbativa della libertà degli incanti, rivelazione di segreto d’ufficio, falso di incaricati di pubblico servizio, soppressione di atti e di abuso d’ufficio.

I rinviati a giudizio sono difesi dagli avvocati Ginetta Frangipane, Luca Sirotti, Michele Panzavolta, Maurizio Merlini, Nicola Mazzacuva. C’è stata invece l’archiviazione per altri quattro funzionari Hera, tre difesi dall’avvocato Guido Magnisi uno dall’avvocato Massimo Leone, che erano finiti indagati per falso, per una ipotizzata comunicazione tardiva del ritrovamento di vecchi rifiuti tossici nella sede di viale Berti Pichat a metà 2008.

Secondo le indagini della Guardia di Finanza, in pratica tra il 2007 e il 2008, i funzionari indagati nel settore appalti avrebbero fornito a due ditte informazioni riservate su gare a trattativa privata nel settore dei rifiuti permettendo loro così di ritoccare le proprie offerte al ribasso dopo aver conosciuto l’entità di quelle formulate dai concorrenti.

Questa situazione era emersa da una intercettazione nell’inchiesta che ha riguardato alcuni funzionari dell’ufficio imposte: un funzionario Hera al telefono con un imprenditore aveva fornito precise informazioni sul prezzo da indicare in una gara a trattativa privata. Ad esempio, in un appalto nella forma di trattativa privata per la vendita da parte di Hera al miglior offerente di materiali residui (legno da raccolta differenziata) i due funzionari comunicarono ad un imprenditore che un concorrente aveva offerto 12,40 euro per tonnellata di legname contro i suoi 10 euro. Nella telefonata il funzionario diceva “..e per cui è 12,40, bisogna che tu fai 12,50”.

Così poi avvenne e l’appalto venne assegnato all’impresa che inizialmente aveva fatto l’offerta più bassa. E in un altro caso, quello di una gara sempre a trattativa privata, al massimo ribasso, per la realizzazione di misure di opere di adeguamento della selezione meccanica e di trasferimento rifiuti di Hera in via Stradelli Guelfi, il miglior ribasso fu di un’azienda con l’11,80%. Quella poi dichiarata vincente aveva fatto un’offerta di ribasso al 10,90%. Ma venne avvisata che l’altra aveva l’11,80, e così fece una nuova offerta al 12, vincendo l’appalto. Hera figura persona offesa come le aziende che avrebbero  vinto gli appalti ma vennero retrocesse fraudolentemente.

Articolo Precedente

Festival Internazionale, il giornalismo mondiale s’incontra a Ferrara

next
Articolo Successivo

Parma, sotto processo anche il Pdl. La curia: “Politici non limpidi e imbarazzanti”

next