Mentre i rappresentanti della “troika” (Fmi, Ue e Bce) oggi tornano in Grecia per riprendere il dialogo con il governo ellenico sulle riforme, ad Atene questa mattina sono scoppiati nuovi disordini. A portare avanti la protesta sono soprattutto i dipendenti pubblici dei ministeri, che hanno occupato quello dell’Economia, del Finanze, degli Affari Interni, della Giustizia, dello Sviluppo industriale, del Lavoro, della Sanità e dell’Agricoltura. La tensione è alta perché gli attivisti hanno bloccato gli ingressi ai dicasteri.

I lavoratori, circa 200, hanno fatto sapere resteranno almeno per 48 ore dentro gli uffici, con l’obiettivo dichiarato di impedire l’incontro tra il ministro delle Finanze Evangelos Venizelos e i rappresentanti di Fmi, Bce e Ue, Paul Tomsen, Matthias Mors e Claus Mazuc. Questi ultimi oggi riprenderanno la discussione sulle riforme strutturali necessarie per il risanamento dell’economia del Paese, interrotte un mese fa perché – secondo quanto aveva detto il Commissario europeo per gli Affari Economici, Olli Rehn, – il governo non aveva rispettato il programma deciso di comune accordo con la “troika” stessa. I revisori internazionali sono in Grecia per stabilire se verranno sbloccati o meno gli aiuti internazionali.

In gioco c’è il via libera alla concessione della sesta tranche del primo prestito da 110 miliardi di euro. Il programma delle riforme prevede, nella prima tranche, licenziamenti nel settore pubblico, sospensione provvisoria dal lavoro e abolizione di Enti pubblici inutili, mentre nella seconda e terza tranche riguardano gli Enti di assistenza sociale, le pensioni e gli introiti dello Stato. E a proposito di aiuti oggi è uno dei giorni più importanti per l’Euro. Il Governo tedesco ha avviato, infatti, la discussione sul rafforzamento del Fondo salva Stati (Efsf) e per oggi è previsto il voto in Parlamento. Si deciderà o meno sull’aumento dei fondi e sull’ampliamento delle sue competenze. In soldoni passare da 250 miliardi di euro a 440 miliardi. Il cancelliere Merkel ha dichiarato: “L’euro è il nostro futuro comune e approvare questo fondo è di grandissima importanza”.

Per tornare alla Grecia non c’è giornata ormai che non vi sia l’agitazione di una categoria di lavoratori. Ieri è stato il turno di chi opera nel trasporto pubblico. Atene e le altre città hanno avuto una paralisi del traffico. Oggi è il turno dei tassisti che si fermeranno per due giorni. Le auto gialle protestano contro la decisione del governo di liberalizzare la loro professione. I tassisti ellenici sono 50mila e fanno parte di uno dei sindacati più forti, l’Attica.

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