L’Africa italiana, la famosa “quarta sponda” cara a Mussolini, esiste ancora. Ma usa altri mezzi. È il colonialismo del “ragionier Filini”: ovvero quella forma di turismo con il quale appestiamo destinazioni belle ed esotiche, come la povera Africa.

Un esempio? Andate in Kenya. Destinazione Malindi. Ecco: sentirete parlare la vostra lingua, troverete i giornali italiani venduti per strada, i proprietari dei locali richiameranno la vostra attenzione urlando “bunga bunga”. E poi dormirete nel quartiere residenziale che si chiama Milano Due, farete le escursioni in barca nell’atollo Sardegna Due. E così via. Per «Saturno», la scrittrice Silvia Dai Pra’ è andata a Malindi per raccontarci questo colonialismo alla ragionier Filini: un racconto divertente, inedito, ma anche raccapricciante.

Esattamente cent’anni fa, invece, il colonialismo passava per le “cine-cartoline”. Ovvero quelle che nel 1911 erano chiamate “cinematografie di famiglie dei combattenti”: città per città, si convocavano in un luogo convenuto le famiglie dei combattenti in Libia, poi si facevano, gratis, riprese cinematografiche di loro che salutavano, con la promessa di proiettare il tutto ai soldati lontani. Ne uscì un’incredibile grande mappa dell’Italia di allora, per cent’anni inedita e oggi riscoperta: ne parleranno Lucia Ceci e Luca Mazzei.

Inoltre due pagine dedicate agli “eccessi”: quali sono, come affrontarli, come conviverci. I libri di narrativa e di saggistica raccontati dalle penne di Gloria Origgi, Martina Cardelli, Nicola Gardini, Andrea Tagliapietra e Antonio Tricomi.

E poi l’arte di Tomaso Montanari, la filosofia di Marco Filoni, il teatro di Camilla Tagliabue e le rubriche di Alessandro Bergonzoni e Tiziano Scarpa.

Con la solita puntura della vespa di Riccardo Chiaberge.

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