L'emiciclo del Parlamento di Strasburgo

La Commissione dell’Unione europea ha trovato l’intesa sulla Tobin Tax, la proposta di direttiva per introdurre un sistema comune per la tassazione delle transazioni finanziarie a partire dal 2014. Il varo formale dovrebbe avvenire nella giornata di domani, durante il discorso sullo stato dell’Unione che il presidente Barroso terrà davanti al Parlamento.

La notizia dell’intesa era nell’aria, specie dopo l’accelerata di stamane, quando si è diffusa la notizia secondo cui l’esecutivo comunitario avrebbe esaminato di lì a poco il progetto di direttiva messo a punto dal commissario per la fiscalità, Algirdas Semeta.

Raggiunto, quindi, l’obiettivo di arrivare al varo della proposta in occasione della riunione odierna della Commissione, che si è svolta nella sede del Parlamento Ue di Strasburgo. Sono state superate, inoltre, le resistenze di alcuni Paesi, in primo luogo la Gran Bretagna.

Secondo gli elementi raccolti, la Tobin Tax prevede l’introduzione di un sistema comune di tassazione delle transazioni finanziarie basata un’aliquota minima che i singoli Paesi potranno ‘ritoccare’ su base nazionale. Le tassazioni dovrebbero essere due: una per le operazioni ‘normali’ e una per quelle sui prodotti derivati. Nel frattempo, da registrare la dura presa di posizione del presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, che davanti al Parlamento europeo ha bacchettato duramente le imposizioni al rigore partite dagli Stati Uniti: “No a lezioni che vengono da oltreoceano” ha detto Juncker, che rispondendo ad un parlamentare sull’ipotesi di uscita di 1 o 2 Paesi dall’Eurozona, si è detto “veemente contrario”.”Non risolverà il problema, ma accrescerà quelli dei Paesi Ue-27 e di quelli vicini” è il parere del presidente dell’Eurogruppo, che poi si è detto favorevole alla Tobin Tax ed ha annunciato che la Troika formata da Ue-Bce-Fmi sarà di ritorno ad Atene “domani o dopodomani”. Rispondendo in qualità di cittadino europeo alle domande di un parlamentare sull’operato dell’Ue, Juncker ha ammesso che “in queste vesti non sarei contento di quello che stiamo facendo”, aggiungendo che “l’eredità che lasceremo deve permettere alla prossima generazione di vivere quello che ha vissuto la nostra”.

Per il presidente lussemburghese, inoltre, non si può più perdere tempo, perché “entro metà ottobre bisogna rendere operative le decisioni prese il 21 luglio scorso”; la crisi, invece, non si risolve “se non rinforziamo le politiche per la crescita” e non “creando ogni giorno una nuova istituzione”.

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