In Spagna finalmente ha un volto il fenomeno che sta piegando migliaia di famiglie. Vittime di un sogno trasformatosi in bolla immobiliare, i cittadini insolventi sono aumentati tanto da diventare un problema sociale drammatico. Domenica in oltre una quarantina di città si sono svolti cortei per chiedere la modifica della legge sulla casa e per il rispetto di un diritto sancito dalla Costituzione: quello alla casa.

Alle manifestazioni, indette dalla Pah (Plataforma afectados por la hipoteca) che difende le vittime dei mutui hanno aderito oltre alle diverse associazioni inquilini anche il movimento 15-M.

“Abbiamo unito le nostre forze per fermare delle azioni che sono scandalose – dice Fernando, manifestante di Madrid – Le banche sono pronte a sgomberare intere famiglie o anche anziani che all’improvviso si trovano in difficoltà e non riescono più a pagare il mutuo. E’ una barbarie. Insieme ad altri manifestanti della Puerta del Sol a luglio siamo intervenuti in massa per evitare lo sfratto di un signore di 84 anni nel quartiere di Malasaña. Se non avessimo protestato con un presidio, quell’anziano sarebbe finito direttamente per strada. La banca non si faceva nessuno scrupolo.”

Da 3 mesi la Pah, spalleggiata dal movimento 15-M sono riusciti a bloccare oltre una settantina di sgomberi esecutivi. “Lo scandalo in Spagna è che a differenza degli altri paesi europei – spiega Lucia, dell’associazione Pah di Barcellona – i cittadini che non riescono a pagare il mutuo, non solo vengono sfrattati, ma rimangono anche con il debito che avevano contratto con la banca. Il problema è che la legislazione spagnola tutela più gli istituti finanziari che i cittadini”.

Il problema è emerso quando la crisi finanziaria ha impedito a molti cittadini che si sono trovati senza lavoro di pagare le rate del mutuo.

Il risultato è che anziani, giovani e cittadini della classe media si sono visti requisire la casa.

“La legge deve cambiare, proprio come è successo negli Stati Uniti – dice Angela, a rischio di sfratto a Barcellona –. Altrimenti saremo tantissimi a dover vivere per strada. Nell’ultimo anno ho perso il lavoro. Mi ero già separata da mio marito e ho due bambini. Quando ho spiegato il mio caso al direttore della banca sono stata quasi umiliata. Poi mi hanno accompagnato in banca i partecipanti della Pah e altre persone che si trovano nella mia condizione. I toni del direttore sono cambiati ed ora stiamo negoziando una soluzione.”

Ma a spingere per una soluzione globale, attraverso una modifica legislativa c’è anche l’associazione dei Giudici per la Democrazia (JdP) che chiedono che venga introdotto in Spagna il contratto solutorio, che prevede la cancellazione del debito al momento in cui la casa viene requisita dalla banca. L’attuale legislazione – precisano i giudici – limita le possibilità dei cittadini di difendersi e mette in una oggettiva situazione di superiorità gli istituti finanziari e le banche.