“Dobbiamo essere ambiziosi, se vogliamo ricucire la nostra società, perché l’istruzione non solo dà la possibilità di vivere bene, ma permette anche di diventare dei buoni cittadini”. Questo è il messaggio ripetuto più volte dal primo ministro inglese David Cameron, in occasione dell’apertura delle prime 24 ‘free school’ del paese, che vanno ad arricchire il già variegato panorama educativo inglese.

Le “free school” si aggiungono, infatti, a nove tipi di scuola pubblica (tutti finanziati dallo stato, senza tasse d’iscrizione e obbligati a seguire il curriculum formativo ministeriale) e alle ancor più variegate opzioni scolastiche private (totalmente indipendenti dal punto di vista finanziario, nei criteri di ammissione degli studenti e sulla scelta dei metodi e dei contenuti dell’insegnamento) già esistenti. Definite libere perché autonome nella gestione dell’offerta curriculare (dal latino al cricket, passando per il giardinaggio), ma statali per quanto riguarda il finanziamento, le ‘free schools’ sono al centro di un acceso dibattito tra chi sostiene che siano una soluzione valida alle carenze del sistema educativo pubblico inglese e chi, invece, ritiene che siano solo un modo per il governo conservatore di compiacere il proprio elettorato.

In questo video dicono la loro Thomas Packer, preside della West London Free School, e Susanne Wiborg, professore di politica educativa comparata all’Institute of Education dell’Università di Londra.

di Valeria Cardi

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