Ora che perfino i semafori hanno capito che per uscire dalla crisi deve ripartire la crescita (ok, molti parlamentari ancora non ci arrivano), sarà il caso di rivedere qualche pregiudizio su Facebook. In Italia si cela una miniera d’oro. Oro digitale. Non lasciamocelo sfuggire, come già accaduto in passato con la telefonia mobile.

Qualche mese fa, una ricerca del PEW Research smontava gran parte dei luoghi comuni sui social media. La popolazione adulta americana di Facebbok, con un età media di 38 anni (altro mito sfatato, quello per cui il sito sarebbe per soli giovani), corrisponde alla parte più attiva della popolazione, quella culturalmente più evoluta, con il livello di istruzione più alto, professionalmente più realizzata, socialmente e politicamente più consapevole.

A questo dato, si aggiungono ora altri clamorosi risultati dall’Università del Maryland. Facebook non solo non abbassa la produttività, ma, al contrario, è una delle forze propulsive nella creazione di posti di lavoro negli Stati Uniti. Dal 2007 la piattaforma ha generato oltre 50 mila posti di lavoro diretti nel settore Internet, a cui aggiungere tra i 130 -180 mila posti di lavoro indiretti. Solo una sottostima, come riconoscono gli stessi ricercatori. Dunque, se pensate che l’azienda di Palo Alto impiega circa 2500 dipendenti, ciò implica un fattore moltiplicativo pari a circa 100 posti occupati nel resto dell’economia. E’ un dato esplosivo senza forse uguali nella storia economica contemporanea.

Le tecnologie di comunicazione sociale stanno introducendo una nuova rivoluzione nei meccanismi dell’economia. In maniera ancora più significativa di quanto già visto con l’arrivo delle comunicazioni mobili una ventina di anni fa, i social media, grazie all’apertura delle proprie piattaforme (e dei loro dati) alle applicazioni di società terze,  immettono nuove efficienze e creano nuove opportunità in quasi ogni settore commerciale.

E in Italia? I cittadini online del belpaese sono tra i più voraci utilizzatori di Facebook al mondo. Quasi quattro italiani online su cinque hanno un profilo su Facebook. 13 milioni si collegano una volta al giorno, oltre 6 milioni lo fanno da cellulare, dedicando quasi un terzo del tempo totale su Internet.

Nulla di sorprendente. Se c’è una cosa che caratterizza gli italiani, è la loro propensione alla socialità. L’abbiamo visto già nello scorso ventennio con la telefonia mobile. Ora lo vediamo con Facebook. Ma non lasciamoci sfuggire anche questa occasione. La telefonia mobile è stata forse la più grande opportunità industriale persa da questo paese. A fronte di un utilizzo che non conosceva rivali al mondo, il sistema industriale non è stato in grado di coglierne l’opportunità. Da questo punto di vista siamo dei consumatori di tecnologie altrui.

I social media sono una nuova opportunità che consente al paese non solo di posizionarsi come leader nei consumi, ma anche nella creazione di servizi, applicazioni e modelli commerciali. Abbiamo talenti, professionisti, imprenditori e anche risorse finanziarie per approfittarne, ma non basta. Occorrono più investimenti nella formazione di professionalità e di imprese, oltreché nella semplificazione della vita delle aziende innovative. E se vogliamo veramente approfittare di questa enorme opportunità di ammodernamento del paese, dobbiamo muoverci subito. Tutto chiaro? Bene, ora viene la parte difficile. Provate a spiegarlo alla classe politica…

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