Perquisiti 18 siti in tre regioni e sei province. Al termine, sono state sequestrate 32.962 confezioni di mozzarelle e la documentazione cartacea e fiscale relativa a 465.800 chilogrammi di latte. Indagate, al momento, 14 persone a piede libero provenienti da varie città italiane ma anche straniere. Si tratta per lo più legali di rappresentanti e dirigenti delle imprese di produzione e distribuzione coinvolte. Diverse le ipotesi di reato: contraffazione, frode nell’esercizio del commercio, vendita di prodotti industriali con segni mendaci, concorso di persone in reato. Tuttavia, le indagini sono ancora in corso e la lista potrebbe ingrossarsi.

Sono questi gli esiti di una massiccia operazione del corpo gorestale dello Stato, ribattezzata “Italiamo”, che ha interessato Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e le province di Forlì-Cesena, Ravenna, Milano, Lodi, Pavia e Verona. Le indagini, coordinate dalla procura di Forlì e ben presto estese sul territorio nazionale con l’impiego di circa 50 militari operativi in varie regioni, hanno chiarito che le mozzarelle venivano prodotte con meno del 50% di latte italiano. Il resto proveniva da Francia, Lussemburgo e Belgio.

A suon di controlli “dal campo alla tavola”, come hanno ribadito in conferenza stampa a Forlì il comandante regionale del corpo forestale dello Stato Giuseppe Giove e il suo omologo provinciale Giovanni Naccarato, nell’operazione sono stati impiegati i reparti operativi dei Nipaf (Nucleo investigativo polizia ambientale e forestale) delle sei province in questione. Durante l’operazione, inoltre, sono stati sequestrati una vasta documentazione informatica e i computer dei responsabili dei settori commerciale, produttivo e legale delle aziende interessate.

Ma come è partito tutto? Nel corso di un ordinario controllo del cesenate nell’ambito della prevenzione delle frodi agro-alimentari di latticini a marchio italiano, sono state scovate alcune confezioni di mozzarelle che riportavano claim “tricolori”: uno scudetto della bandiera italiana rappresentati dal basilico, dal pomodoro e dalla mozzarella, le scritte “Dall’Italia” e “origine Italia”, la denominazione “Italiamo”.

Di qui la verifica sulla tracciabilità delle mozzarelle, che ha coinvolto i diversi comandi della forestale: alla fine, si è scoperto che dall’Italia proveniva meno del 50% del latte in questione, pari a 199.500 chilogrammi. A livello regionale, i controlli in Emilia Romagna nel periodo 2010-2011 sono stati oltre 530 ed hanno riguardato i settori oleario (158), vitivinicolo (90), lattiero-caseario (86) oltre alle frodi a danno dell’Unione Europea (11) e l’etichettatura.

La Coldiretti plaude subito all’iniziativa delle forze dell’ordine: “In Italia non è obbligatorio indicare in etichetta la provenienza del latte impiegato nelle mozzarelle e negli altri prodotti lattiero caseari ed è facile spacciare per made in Italy un prodotto ottenuto con materie prime importate. Un inganno per i consumatori e un danno per i produttori di latte italiano che è importante fermare con l’attività di controllo, ma anche accelerando l’entrata in vigore dell’obbligo di indicare in etichetta la provenienza degli ingredienti utilizzati”.

“In Italia”, aggiunge l’associazione, “nel 2010 sono arrivati ben 1,8 miliardi di chili di latte in cisterna e 530 milioni di litri già confezionato tra cui 1,3 miliardi di litri di latte sterile e Uht, si stimano 86 milioni di chili di cagliate e 130 milioni di chili di polvere di latte di cui circa 10 milioni di chili di caseina utilizzati in latticini e formaggi, all’insaputa dei consumatori e a danno degli allevatori. Dietro queste cifre si nasconde l’inganno con tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro che sono stranieri senza indicazione in etichetta e la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere all’insaputa dei consumatori”.

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