Moratti ha scelto. Sarà Claudio Ranieri il tecnico che sostituirà Gasperini alla guida dell’Inter. Sì, proprio lui, l’ex allenatore della Juventus e soprattutto ex interlocutore poco gradito di Mourinho (un totem per chi frequenta San Siro sponda neroazzurra), che prima di trasferirsi in Spagna gli ha detto un po’ di tutto e senza peli sulla lingua, come da protocollo e tradizione. Aggiungiamo pure che “mister good morning” (sempre secondo Mou) è di Roma e tifa Roma da tempi non sospetti ed ecco il profilo della persona non grata che il popolo neroazzurro avrebbe volentieri lasciato a fare l’opinionista in Rai. Certo, Ranieri offre garanzie importanti, perché ha esperienza e sa come gestire le piazze “calde”. Vero, ha vinto poco, pochissimo. Ma questo non significa che non sia un buon timoniere quando il mare è in tempesta. Ciò detto, se la panchina della squadra neroazzurra si fosse giocata al televoto in stile reality, è molto probabile che alla Pinetina sarebbe arrivato Walter Zenga, il portierone che per dodici anni ha difeso la porta della Beneamata e che da quelle parti ha lasciato il cuore.

Già, perché l’ “Uomo ragno” è un passionale. Ha sempre dichiarato di sentirsi ancora legatissimo alla squadra di Moratti. Del resto, come non potrebbe. Conosce la maglia dell’Inter da quando era giovanissimo e studiava da fenomeno nelle giovanili nerazzurre. Poi, il ritorno a casa a 22 anni. Dopo aver fatto bene con maglie meno pesanti. E da qui, l’inizio di una storia importantissima, ricca di successi e di riconoscimenti. Con Trapattoni a fischiare per novanta minuti a bordo campo, ha fatto meraviglie. E pure con la maglia della Nazionale è stato una garanzia. Insomma, Zenga a Milano ha lasciato un bel ricordo. Che si è rinnovato spesso nel corso degli ultimi anni. Perché da quando l’Uomo ragno è passato dall’altra parte, a fare l’allenatore, sono stati continui i messaggi più o meno diretti alla dirigenza dell’Inter perché gli dessero l’opportunità di sostare per qualche tempo sulla panchina che è in cima ai suoi desideri. “Ci verrei pure a piedi”, avrebbe fatto sapere a chi di dovere il portierone. Probabilmente, non considerando che dagli Emirati Arabi (Zenga è attualmente il tecnico dell’Al Nasr) la strada sarebbe stata molto lunga.

Sui portali web che hanno chiesto di esprimere una preferenza tra lui, l’Uomo ragno e Ranieri, non c’è stata storia. Zenga sopra tutto e sopra tutti. E non si tratta di consultazioni “bulgare”, pilotate da tifosi maliziosi e opportunisti. Lo certifica il sondaggio proposto da Corriere.it. Che ha dato risultati che forse avrebbero dovuto riflettere Moratti & Co., se non altro perché 6 persone su 10 hanno fatto capire che Ranieri non sarebbe stato l’uomo da applaudire.

L’Inter ha scelto un tecnico di “garanzia”, già abituato alle grandi platee. Zenga ha iniziato bene, anzi, benissimo. Con due scudetti vinti in due campionati diversi. Prima alla guida della Steaua Bucarest in Romania. Poi, con la Stella Rossa di Belgrado. Ma negli ultimi cinque anni le cose non gli sono girate al meglio, almeno sotto il profilo del prestigio internazionale. E’ stato in Sicilia per allenare Catania e Palermo ed è andata così così. Quindi, ha detto sì alle proposte che gli sono arrivate in Arabia Saudita e negli Emirati Arabi. Grandi soddisfazioni per il portafogli, meno per l’ambito professionale. Perché non sono certamente quelli i palcoscenici che offrono visibilità e particolari gratificazioni. Zenga salta un giro. Che i tifosi neroazzurri se ne facciano una ragione. Il capo è Moratti e comanda lui.

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