Da quando le fotocamere sono comparse sui nostri telefonini, siamo diventati tutti un po’ reporter. Adesso che anche i sistemi di geolocalizzazione si vanno diffondendo, abbiamo tutti l’occasione di… combattere l’evasione fiscale. L’idea è venuta a un gruppo di cinque giovani professionisti appassionati di tecnologia che hanno lanciato Tassa.li, un’applicazione da scaricare sul proprio smartphone. Tassa.li è il nome di un dominio registrato in Liechtenstein – da qui il suffisso “.li” – ma soprattutto un gioco di parole che si trasforma in un imperativo: Tassali!

Il funzionamento è molto semplice: una volta scaricata l’app, quando nella vita di ogni giorno ci si trova a effettuare un acquisto senza che venga emesso lo scontrino o la ricevuta fiscale, basta prendere il proprio telefono, aprire Tassa.li e geolocalizzarsi indicando l’importo pagato e la “categoria” dell’attività che ha evaso le tasse (per esempio: “Bar” o “Meccanico”). Sul sito web, quindi, si va componendo una mappa dell’Italia dove sono segnate città per città, strada per strada, le infrazioni. Il sito si va popolando velocemente: le segnalazioni finora sono 3.733 per un totale di 608 mila euro evasi; naturalmente maggiori saranno gli utenti e più efficace sarà il servizio.

Come si passa però da un segnalazione anonima (non è indicato il nome del negozio) alla verifica fiscale? I gestori del sito specificano che loro obiettivo è quello di rendere pubblica una mappa dell’evasione, in modo tale che possa essere a disposizione di chiunque, a partire dalla Guardia di Finanza. Ma qualcuno ci avrà dato un occhiata? Sembrerebbe di no, visto che in un zona periferica di Roma, su Tassa.li è indicato un “Bar” che non rilascia alcuna ricevuta per caffè e cappuccino. E là dietro, a pochi metri, è segnalata anche una caserma della Guardia di Finanza.

Il Fatto Quotidiano, 16 settembre 2011

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