Per quanto possa tentare di fuggire ai pm di Napoli, Silvio Berlusconi non può scappare dai problemi della maggioranza: sono i suoi stessi fedelissimi ora a chiedergli di lasciare il governo e fare un passo indietro. Dalla Lega, prima con Flavio Tosi e ora con Matteo Salvini, e dallo stesso Pdl. E’ il deputato, nonché avvocato storico del Cavaliere, Gaetano Pecorella, a dire che serve “un governo di larghe intese anche senza Berlusconi”. Ma il premier sembra avere un unico obiettivo: il ddl Bavaglio. Le intercettazioni vanno fermate a ogni costo, lo ha ripetuto anche ieri sera alla cena di compleanno del deputato Pdl, Antonio Angelucci. E stamani, il fidato Maurizio Paniz, ha annunciato: “Approveremo il ddl entro fine legislatura”. Il deputato del Pdl, ha sostenuto che “sia assolutamente evidente che c’è una persecuzione giudiziaria contro Berlusconi. A Bari non è assolutamente indagato ma finisce al centro della diffusione delle intercettazioni. A Napoli sarebbe la parte lesa, ma con i messaggi che vengono diffusi finisce per essere il capro espiatorio”.

Il testo del ddl, inviato persino a Giorgio Napolitano, e dal Quirinale tornato indietro senza commenti ma con la bocciatura garantita in caso l’esecutivo pensasse di approvarlo, campeggia sulla scrivania del premier a Palazzo Grazioli. Berlusconi non rinuncia e prepara l’offensiva d’autunno.

I mal di pancia escono dunque allo scoperto. Ma il premier è letteralmente sotto assedio. Aveva annunciato che lunedì sarebbe  andato a New York, evitando così l’udienza del processo Mills a Milano. Poi, nel tardo pomeriggio, è arrivato il dietrofront: l’avvocato Longo ha confermato la presenza del premier nell’aula di palazzo di giustizia a Milano. I pubblici ministeri di Napoli, invece, dovranno aspettare ancora prima di poterlo sentire. Il premier è stato convocato, nell’inchiesta sulle escort, come testimone: sarebbe la vittima di una estorsione da parte di Gianpaolo Tarantini. In veste di testimone è tenuto a presentarsi senza avvocato e ha facoltà di rinviare l’incontro con gli inquirenti soltanto una volta, poi è previsto l’accompagnamento coatto.

A Palazzo Chigi, invece, aumenta chi vorrebbe accompagnarlo all’uscita. Persino il suo storico avvocato Gaetano Pecorella, ieri, ha detto che “ci vuole un nuovo Governo di larghe intese anche senza Berlusconi, con un Presidente del Consiglio che sia un politico. In una situazione di emergenza ci vuole un governo di emergenza”. Anche senza il premier. Che del resto, aggiunge Matteo Salvini, eurodeputato leghista in continua ascesa nell’universo Padano, “ha esaurito il suo mandato: nel futuro della Lega ci sarà una corsa solitaria”, ha detto l’esponente del Carroccio. “Berlusconi ha esaurito il suo mandato, ha esaurito la voglia, la possibilità e la forza. Non vedo come possa più cambiare il Paese. Noi come Lega Nord stiamo cercando di limitare i danni, ad esempio sulla manovra bloccando le pensioni di anzianità, però penso che la strada della Lega ritornerà a passare da Nord. Ci abbiamo provato con la destra, con la sinistra, con la secessione, col federalismo, con la devolution, ma penso – ha concluso Salvini – che nel futuro della Lega ci sarà una corsa solitaria”.

Già Flavio Tosi, settimana scorsa, aveva scaricato Berlusconi sostenendo che il suo tempo è scaduto. Prima ancora era toccato al ministro Galan criticare l’operato del Cavaliere. La difficoltà rimane l’exit strategy. Perché è ormai da tutti condivisa (e riconosciuta) l’opinione per cui il Cavaliere vuole rimanere Capo del governo per evitare i tribunali d’Italia. Rocco Buttiglione ha suggerito un salvacondotto e in molti si sono detti d’accordo.

Lui mostra indifferenza. Ieri sera, alla cena di compleanno del deputato Pdl Antonio Angelucci, Berlusconi è apparso provato e stanco, ha riferito chi lo ha visto.  Alla festa era riunito lo stato maggiore del partito. Oltre al Cavaliere, presente il ministro della Giustizia Nitto Palma e quello della Funzione pubblica Renato Brunetta. Tra gli ospiti della cena anche il segretario del Pdl Angelino Alfano, il coordinatore del partito Denis Verdini e il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto. Il Cavaliere si sarebbe lamentato della persecuzione dei magistrati, ripetendo che è a causa dei pm che non riesce a occuparsi dei problemi del Paese.

Ma è soprattutto il tema delle intercettazioni a rubare energie al Cavaliere. La legge Bavaglio deve essere approvata il prima possibile, va ripetendo ai suoi. La preoccupazione è per quanto potrà uscire dalla procura di Bari, le telefonate con Tarantini con cui parla di Angela Merkel (che avrebbe definito “culona inchiavabile”). Eppure, secondo quanto riporta Repubblica, gli uomini del premier lo rassicurano sostenendo che può stare tranquillo perché “quel procuratore è amico nostro. Vedrai che alla fine da lì non esce niente di catastrofico, né un’incriminazione per favoreggiamento, né le tue telefonate imbarazzanti”. Ma Berlusconi ha paura. Che a Bari il procuratore Laudati lo “tradisca”. Prosegue Repubblica: “Il procuratore, arrivato a Bari direttamente dall’ufficio accanto a quello dell’ex guardasigilli Alfano, il suo bel lavoro pare che lo abbia fatto. Centomila intercettazioni aveva raccolto l’ex pm Pino Scelsi, il primo titolare del caso escort che, esasperato dai metodi di Laudati, ha preferito andarsene alla procura generale”.

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