Intervento libero di Don Andrea Gallo
“L’eutanasia della democrazia”
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- 10:54 - Carrà, il remix di 'Pedro' diventa virale ed è primo su Spotify
Roma, 24 apr. (Adnkronos) - Raffaella Carrà, eterna icona della musica italiana e internazionale, continua a rivivere sulle note della sua celebre hit 'Pedro'. È uscita, infatti, la versione remix del brano realizzata dai dj e producer Jaxomy e Agatino Romero ed è già un successo planetario senza precedenti: con più di 35 milioni di stream, oltre 5 milioni di creazioni e 6,2 miliardi di visualizzazioni su TikTok, il remix di 'Pedro' ha raggiunto la #1 delle classifiche Viral 50 Globale e Viral 50 Italiana di Spotify e ha reso Raffaella Carrà la donna italiana ad aver raggiunto la più alta posizione in classifica di sempre nella Top 50 Globale di Spotify (al numero 24). Inoltre, il brano è in quarta posizione della classifica globale di Shazam.
Online anche il videoclip del brano, che vede protagonisti i due dj e producer, una ragazza bionda e una Vespa. Non è la prima volta che la musica di Raffaella Carrà ha dimostrato di avere un fascino senza tempo, come quando nel 2011 il remix di Bob Sinclair di 'A far l'amore comincia tu' ha trasformato un brano pubblicato 35 anni prima in una hit contemporanea. E ora, con il suo nuovo successo virale di 'Pedro', Raffaella continua a conquistare il pubblico di tutto il mondo.
Il brano originale 'Pedro' venne pubblicato 44 anni fa e fu scritto da Gianni Boncompagni, Franco Bracardi e Paolo Ormi. Dalla sua uscita è diventata una vera e propria hit che negli anni è tornata alla ribalta grazie a programmi televisivi e ai social, fino ad arrivare oggi a questo nuovo remix che riporta in auge un vero e proprio inno generazionale.
- 10:49 - Def: in corso esame in Aula Senato
Roma, 24 apr. (Adnkronos) - E' in corso, nell'Aula del Senato, l'esame del Documento di Economia e Finanza. I lavori si sono aperti con l'illustrazione del provvedimento da parte della relatrice, Paola Ambrogio (FdI).
- 10:44 - Sci: campione austriaco Hirscher progetta il ritorno ma per l'Olanda
Roma, 24 apr. (Adnkronos) - Marcel Hirscher, campione del mondo record della Coppa del mondo, sembra destinato a uno straordinario ritorno nello sci alpino ma per l'Olanda. Mercoledì la Federazione austriaca di sci (ÖSV) ha dichiarato di aver accolto la richiesta di Hirscher di provare a gareggiare in futuro per il paese natale di sua madre. "Negli ultimi giorni si sono svolti colloqui con diverse parti in cui siamo stati informati che Marcel Hirscher può immaginare un ritorno nel circuito sciistico internazionale", ha detto il segretario generale dell'Ösv Christian Scherer.
"Come Federazione austriaca di sci, abbiamo ovviamente fatto ogni sforzo per offrire a Marcel le migliori condizioni quadro possibili e individuali in caso di ritorno alle gare alpinistiche e abbiamo anche potuto spiegargliele in uno scambio personale. Naturalmente ci rammarichiamo moltissimo della sua decisione di chiedere il cambio di nazione alla Federazione di sci olandese, ma alla fine anche noi l'abbiamo appoggiata. Marcel ha realizzato grandi cose per lo sci e per l'Ösv". La federazione austriaca ha affermato di aver già preparato la necessaria lettera di liberatoria e che la direzione dell'organo dirigente Fis prenderà una decisione nella prossima riunione. Hirscher tornerà nelle gare Fis di secondo livello, con un ritorno in Coppa del Mondo ritenuto irrealistico per il momento, secondo Anton Giger, capo delle corse di Van Deer, un produttore di sci fondato da Hirscher.
Hirscher, 35 anni, ha governato lo sci alpino fino al suo ritiro nel 2019, vincendo un record di otto Coppe del Mondo complessive, 12 titoli, 67 gare e gestendo 138 podi. È lo sciatore maschio di maggior successo ai campionati del mondo con sette ori e quattro argenti, e ha due ori olimpici e un argento. Non c'è stata alcuna dichiarazione immediata da parte di Hirscher o della federazione olandese NSV. I Paesi Bassi non sono una grande nazione sciistica e, secondo le statistiche Fis, hanno due piazzamenti nella top 10 nei 57 anni di storia della Coppa del Mondo. La notizia arriva poche settimane dopo che il norvegese Lucas Pinheiro Braathen ha dichiarato di voler tornare e competere per il Brasile, paese natale di sua madre. Il 24enne si era ritirato in autunno a causa di una disputa con la federazione norvegese di sci.
- 10:43 - Nordcorea: Pyongyang invia una delegazione in Iran
Pyongyang, 24 apr. (Adnkronos) - Una delegazione nordcoreana è in viaggio verso l’Iran. Lo riferiscono i media statali di Pyongyang, parlando dei primi colloqui ufficiali tra i due Paesi in quasi cinque anni.
La delegazione della Corea del Nord è guidata da Yun Jung Ho, ministro delle Relazioni economiche esterne della Corea del Nord, hanno aggiunto i media.
I Paesi occidentali hanno espresso crescente preoccupazione per il rafforzamento dell’alleanza tra Iran, Corea del Nord e, in misura minore, Cina, che sono diventati i principali fornitori militari su vasta scala della Russia contro l’Ucraina.
- 10:38 - Rai: La Russa, 'domanda a Mieli inaccettabile, solidarietà'
Roma, 24 apr. (Adnkronos) - "Trovo davvero grave e inquietante quanto avvenuto stamattina alla senatrice di Fratelli d’Italia Ester Mieli, ospite di un programma radiofonico della Rai. Da settimane si susseguono in tutta Italia manifestazioni di intolleranza nei confronti di Israele e degli ebrei e una domanda come quella posta dal conduttore è del tutto inaccettabile. L’opinione di una persona non può in alcun modo essere collegata alla religione professata. All’amica Ester Mieli e alla comunità ebraica giunga la mia sincera solidarietà e affettuosa vicinanza". Così su Facebook il presidente del Senato, Ignazio La Russa.
- 10:37 - Razzismo, rapporto Amnesty: "Preoccupazione per discorsi d’odio e discriminazioni"
Roma, 24 apr. (Adnkronos) - "Ad agosto, il Comitato Cerd ha espresso preoccupazione per i discorsi d’odio razzista, la retorica politica razzista, anche da parte di membri del governo, la proliferazione di episodi di odio razzista e i numerosi casi di abusi e maltrattamenti di stampo razzista contro minoranze etniche e migranti da parte delle forze di polizia e sicurezza". E' quanto osserva Amnesty International nella parte dedicata all'Italia del Rapporto 2023-2024.
"A novembre, un centro di monitoraggio ebraico ha segnalato un aumento significativo degli episodi di antisemitismo nel mese di ottobre, in seguito all’inizio del nuovo conflitto in Israele e territori palestinesi occupati - continua - Le leggi contro i discorsi d’odio e i crimini d’odio non sono state ampliate per offrire alle persone Lgbtqia+, alle donne e alle persone con disabilità le stesse tutele disponibili per chi subisce atti discriminatori basati su motivi razzisti, religiosi, etnici o di nazionalità"̀.
"Le persone nate e/o cresciute in Italia con genitori stranieri hanno continuato a essere private di un effettivo accesso alla cittadinanza, con il risultato che oltre un milione di minori subisce discriminazioni nell’accesso ai diritti", conclude.
- 10:35 - Migranti, Amnesty: "Mediterraneo rotta più pericolosa, timori su Italia e obblighi salvataggio"
Roma, 24 apr. (Adnkronos) - "Quella del Mediterraneo centrale è rimasta la rotta migratoria più̀ pericolosa al mondo, lungo la quale 2.498 persone sono annegate o scomparse nel corso dell’anno, nel tentativo di raggiungere l’Europa, un aumento drammatico rispetto alle 1.417 vittime del 2022. La maggior parte era partita dalla Libia e dalla Tunisia. Più di 157.600 persone sono arrivate in modo irregolare via mare, tra cui oltre 17.300 minori non accompagnati, rispetto alle circa 105.000 persone del 2022. Le migliaia di persone sbarcate in Italia sono state soccorse dalle autorità̀ italiane". E' quanto osserva Amnesty International nella parte dedicata all'Italia del Rapporto 2023-2024.
"Si è temuto, tuttavia, che l’Italia non avesse sempre adempiuto ai propri obblighi di ricerca e salvataggio. A febbraio, almeno 94 persone, tra cui 34 bambini, sono annegate vicino alla spiaggia di Steccato di Cutro, in Calabria, nelle acque territoriali italiane - sottolinea Amnesty - Sei ore prima che l’imbarcazione affondasse, Frontex, l’Agenzia della guardia di frontiera e costiera dell’Ue, aveva condiviso le informazioni sulla barca con le autorità italiane, che però non avevano avviato immediatamente un’operazione di salvataggio. Erano in corso indagini penali per accertare le responsabilita"̀.
"Le Ong che soccorrono le persone in mare sono rimaste soggette a obblighi non necessari, tra cui quello di richiedere un porto per lo sbarco e di recarvisi immediatamente dopo ogni salvataggio, limitando la possibilità̀ di salvare più persone in un’unica operazione. In alcuni casi, le autorità̀ hanno costretto le navi di soccorso delle Ong a percorrere oltre 1.000 chilometri per raggiungere i porti assegnati per lo sbarco, quando erano disponibili porti idonei più vicini - continua - A gennaio e di nuovo a dicembre, la Commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa ha chiesto al governo di ritirare le misure".
"A marzo, il governo ha aggiornato l’elenco dei 'paesi di origine sicuri', aggiungendo la Nigeria e confermando la Tunisia, nonostante le prove di diffuse violazioni dei diritti umani in entrambi i paesi. A maggio, il parlamento ha abolito i permessi di protezione speciale, una forma complementare di protezione per chi fa richiesta di asilo e per altre persone che sarebbero a rischio se rimpatriate, e ha significativamente limitato i permessi basati su altri motivi - osserva - Ha inoltre introdotto procedure accelerate di frontiera per esaminare le domande d’asilo di persone provenienti da paesi considerati 'sicuri'”.
"Alcune delle nuove norme violavano gli standard internazionali. A ottobre, i tribunali hanno ordinato il rilascio di diverse persone detenute secondo le nuove procedure accelerate di frontiera, stabilendo che coloro che avevano fatto richiesta d’asilo non potevano essere privati della libertà̀ unicamente sulla base del fatto che provenivano da paesi ritenuti sicuri - precisa - Il governo ha presentato ricorso contro le sentenze. A ottobre, il parlamento ha approvato ulteriori misure volte a limitare l’accesso all’asilo e ad ampliare la possibilità̀ di espellere le persone".
"A novembre, i primi ministri di Italia e Albania hanno concordato la creazione di due strutture di detenzione per richiedenti asilo e migranti sul territorio albanese, sostenendo che sarebbero state sotto la giurisdizione italiana, suscitando preoccupazioni circa la detenzione arbitraria, i respingimenti e l’effettivo accesso all’asilo", sottolinea Amnesty.