Anche quest’anno è l’11 settembre. Ogni anno, a settembre, il giorno dopo il 10 ma 24 ore prima del 12, è l’11 settembre. È solo una sinistra coincidenza?

Quest’anno però non è un 11 settembre qualunque: si celebrano 10 anni dall’11 settembre, specie negli Stati Uniti. Tipico degli americani fare di questi errori storici: l’11 settembre non nasce nel 2001, l’11 settembre è come Jack Torrance/Nicholson nel finale di Shining, c’è da sempre, c’è sempre stato. Ne sanno qualcosa Pinochet e Salvator Allende.

Per l’esattezza, l’11 settembre esiste dal 753 a.c. e fu inventato dagli Antichi Romani, non da Al Qaeda; ergo quest’anno è il 2.764esimo anniversario dell’11 settembre. Per non dimenticare l’11 settembre non servono celebrazioni retoriche; basta un calendario – o un’agenda.

Anche l’11 settembre del 2001 non fu un 11 settembre qualunque: negli Stati Uniti il dirottamento di quattro aerei civili, il volo American Airlines 11, il volo United Airlines 175, il volo American Airlines 77 e il volo United Airlines 93 provocarono il crollo del World Trade Center a New York, nonché danni al Pentagono e al suolo della Pennsylvania.  Negli attentati andarono smarriti più di 3.000 bagagli; neanche a Fiumicino sono mai arrivati a tanto.

L’attentato fu ad opera degli Al Qaeda, una boy band terroristica di matrice islamica il cui leader, Osama Bin Laden, è stato ucciso il 2 maggio scorso in Pakistan da un soldato delle forze speciali americane, Mark Chapman (prima gli ha chiesto un autografo, poi gli ha sparato).

L’11 settembre del 2001 ero a Roma, stavo facendo i compiti di matematica – facevo il liceo scientifico – quando accesi la televisione e vidi il secondo aereo colpire le Torri. Pensai fosse Paperissima, e girai canale. Scoprii che quel giorno Paperissima la davano a reti unificate (era il 2001, l’inizio di Raiset) così spensi la tv e tornai a finire i compiti.

L’11 settembre del 2001 ha cambiato per sempre le nostre vite: da allora infatti non è più stato possibile portarsi lo shampoo in aereo. Né visitare le Twin Towers. Né tanto meno portare lo shampoo sulle Twin Towers.

Ma ora, dopo 10 anni, la fine di Bush, l’avvento di Obama, il ritiro delle truppe dall’Afghanistan e dall’Iraq, la leadership di Al Zawahiri (un incrocio fra Ratzinger e Bersani, solo col turbante in testa), i lavori di ricostruzione a Ground Zero e gli attentati in Norvegia di Anders Breivik, si possono cominciare a fare battute sull’11 settembre.

Lenny Bruce diceva (sarcasticamente) che la satira è tragedia + tempo. 10 anni di tempo sono abbastanza? Se state leggendo questo pezzo, forse sì.

Articolo Precedente

Gheddafi? Doveva imparare da noi!

next
Articolo Successivo

Il terrore corre sul filo

next