Un’ispezione alla Procura di Napoli: l’hanno chiesta i deputati del Pdl Enrico Costa, capogruppo in commissione Giustizia, e Manlio Contento, in un’interpellanza urgente al ministro della Giustizia Francesco Nitto Palma depositata alla Camera. Il casus belli è la pubblicazione delle intercettazioni, non ancora depositate, della telefonata tra Silvio Berlusconi e Valter Lavitola, ex direttore de L’Avanti, pubblicate sul settimanale L’Espresso. ”Per l’ennesima volta, i mezzi di comunicazione hanno riportato il contenuto di stralci di atti di indagine compiuti dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli. Noi riteniamo che anche la riservatezza sia un dovere per un ufficio giudiziario””, scrivono i parlamentari, che chiedono al Guardasigilli di valutare se non sia opportuno avviare un’ispezione.

“Per il momento nessuna ispezione ma una richiesta di informazioni” sull’accaduto: questa l’intenzione – secondo quando riporta l’agenzia Agi – del titolare della Giustizia. “Ci limiteremo a chiedere dettagli ai pm partenopei per capire se gli atti in questione siano gia’ stati depositati o meno”, avrebbero fatto sapere da via Arenula.

Ma intanto le reazioni politiche alla richiesta sono già scoppiate. “E’ solo un modo per ribaltare la frittata”, ribatte a stretto giro di posta la capogruppo del Pd in commissione Giustizia, Donatella Ferranti. “E’ un modo”, ha continuato,  “per sostenere che l’inchiesta sul ricatto al premier sia stata confezionata per colpirlo direttamente”. Fa sentire la sua voce anche il vice-Presidente di Fli, Italo Bocchino: ”Sulla legalità il Pdl ha perso la bussola. Anzichè mandare Lavitola a Napoli, a cui invece il leader del partito ha consigliato la latitanza, vuol mandarci gli ispettori governativi per fermare il lavoro dei giudici. Nessuna destra al mondo ha questo concetto distorto della legalità”. Per Massimo Donadi (Idv) la richiesta dei parlamentari del Pdl è un atto di ingerenza “intollerabile”. “Siamo di fronte alla solita arma di distrazione di massa – spiega – orchestrata dal Pdl, per distogliere l’attenzione dal vero problema e gettare fango su chi ricerca la verità”. Il presidente Idv Antonio Di Pietro commenta sul suo blog: “Il premier è stato preso di nuovo con le mani nella marmellata. E’ inutile che i suoi azzeccagarbugli si mettano a spaccare il capello in quattro dicendo che quella tra Berlusconi e Lavitola era una telefonata privata”. “Berlusconi – continua DI Pietro – copre di fango le istituzioni che incarna e il Paese che dovrebbe governare. In nessuna democrazia al mondo potrebbe fare finta di niente e non dimettersi dopo essere stato colto sul fatto. Ma grazie alla complicità di alcune centinaia di parlamentari che hanno venduto onore e dignità in cambio di un piatto di minestra, lui lo sta facendo”.

I pm napoletani intanto hanno aperto un fascicolo per fare luce sulla fuga di notizie e sulla pubblicazione da parte del settimanale L’Espresso. Un’analoga inchiesta era già stata aperta, nelle scorse settimane, in seguito alle anticipazioni del settimanale Panorama sull’indagine a carico di Tarantini e Lavitola.

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