Cameron Todd Willingham fu ucciso nel 2009 con un’iniezione letale, in un carcere del Texas, uno dei tanti dove il braccio della morte somiglia al triste corridoio di una macelleria. Cameron era stato condannato per l’omicidio delle sue tre bambine, avvenuto a seguito di un incendio da lui appiccato o che, inizialmente, si credeva lui avesse appiccato. Solo che negli anni, di fronte al suo ostinato dichiararsi innocente, era stato assunto un esperto che aveva sollevato dei dubbi sulla sua responsabilità, ma il governatore Rick Perry aveva rifiutato di sospendere l’esecuzione per consentire la valutazione delle nuove prove.

Rick Perry, oggi candidato per il Gop, alle primarie per la corsa alla presidenza del 2012, nel corso del primo faccia a faccia con i suoi rivali, si è vantato delle oltre 230 esecuzioni avvenute durante la sua leadership in Texas. “Non ho rimorsi né ho mai avuto dubbi”, ha detto, rispondendo alla domanda di un giornalista, senza chiarire, però, le ragioni della sua decisione sul caso Willingham. Che, come sottolinea il New York Times, non è l’unico a sollevare, in noi persone ordinarie e non convinte di essere infallibili come Perry, dei dubbi e delle perplessità.

Fermo restando, infatti, che essere contrari alla pena di morte sarebbe un atto dovuto di civiltà e di umanità di cui non si dovrebbe nemmeno più discutere, ci si chiede come mai il pistolero Perry abbia rifiutato la grazia, dietro richiesta dell’ufficio competente, per un condannato a morte, Kelsey Patterson, che mostrava chiari segni di squilibrio (uno dei pochi casi in cui la pena di morte non può essere applicata); se questo non bastasse, saremmo curiosi di sapere, secondo quale logica, lui che adora le pistole, di cui ama fare bella mostra, non si sia sentito di ascoltare la richiesta di ben 18 legislatori texani che chiedevano la commutazione a carcere a vita per Napoleon Beazley, condannato all’età di 17 anni per un omicidio a scopo di furto. Nessuna clemenza da parte di Perry, nonostante la richiesta degli uffici competenti, nemmeno nel caso di Robert Lee Thompson condannato a morte per “tentato” omicidio (l’uomo contro il quale aveva fatto fuoco durante una rapina era sopravvissuto) e in quello di Leonard Uresti Rojas il cui avvocato si era rivelato completamente inaffidabile per problemi mentali.

Superfluo quasi dire che il buon Perry è un religioso osservante, appartenente alla rigida Chiesa cristiano-evangelica.

Opportuno sperare che gli americani non gli perdonino la sua smisurata crudeltà.

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