Si è concluso da dieci giorni il Meeting per l’amicizia tra i popoli di Rimini, ma l’eco dell’evento ha continuato a persistere sul web. Merito di un video di 9 minuti e mezzo realizzato da Saverio Tommasi, attore e regista fiorentino impegnato nella sensibilizzazione sociale e nell’informazione partecipata.

Il video “Alla scoperta di Comunione e Liberazione” che ha già avuto più di 20 mila visualizzazioni su Youtube, centinaia di commenti ed è stato messo in onda da diverse web tv, mette in luce, attraverso la voce off dell’autore, le scelte di investimento degli sponsor coinvolti nella kermesse, la rete di potere del consociativismo ciellino attraverso la Compagnia delle opere e dà spazio alle opinioni, spesso confuse, di giovani volontari e visitatori. Nessuna hidden camera, tutti gli intervistati sapevano di esserlo ed era stato chiesto loro il consenso, prima di iniziare le riprese. Anche se ora il video  rischia di essere rimosso da Youtube per “violazione della privacy e dei termini del contratto” come ha spiegato Tommasi.

Un pezzo dalla cadenza hip hop di Simone Cristicchi fa da cornice alle denunce di Tommasi. “Se Gesù Cristo fosse vivo si vergognerebbe delle chiese piene d’oro e delle banche” dice la canzone e il regista rincara sottolineando il sistema di potere e favori creato da CL. Così Tommasi descrive il movimento: “Una Chiesa privata in linea con gli umori della destra italiana, confidente di banchieri e imprenditori: è il volto di Comunione e Liberazione, che ogni anno si trova a Rimini in nome dell’amicizia e ne esce rinnovata negli affari. Comunione e Liberazione oggi ha uomini chiave negli istituti di credito, banche e fondazioni. Il segretario della Democrazia cristiana De Mita li definì ‘teologi d’estate’, oggi si sono trasformati in affaristi tutto l’anno”. Il business del Meeting è possibile -aggiunge l’autore- anche grazie ai “giovani volontari, sfruttati e manipolati”.

Alla macchina organizzativa del Meeting servono più di 8 milioni e mezzo di euro, ai quali provvedono in buona parte gli sponsor. Nomi pesanti con una storia alle spalle che Tommasi non tralascia di ricordare: “Ciò che mi colpisce sono soprattutto gli sponsor: Intesa San Paolo, una banca armata che nell’ultimo anno ha investito in commercio di armi quasi un milione di euro, Treni ad Alta Velocità per arrivare primi nella devastazione del territorio, Novartis la multinazionale svizzera che ha inventato il Ritalin, metilfenidato dato ai bambini troppo vivaci, una bomba che fino al 2007 era classificata assieme all’eroina e oggi è diventata curativa, Eni che con l’amministratore delegato Paolo Scaroni si batte per il ritorno dell’Italia al nucleare. Paolo Scaroni è quello arrestato nel 1992 per tangenti: patteggiò un anno e quattro mesi, le tangenti gli servivano per appalti Enel. E poi Finmeccanica che nel 2010 ha incassato più di 18 miliardi di euro, in maggioranza per aerei ed elicotteri da combattimento (..) e la Nestlé, conosciuta per le confezioni di latte in polvere regalate agli ospedali, una pratica vietata dall’organizzazione mondiale della sanità e che secondo l’Unicef porta alla morte di un milione e mezzo di bambini ogni anno”.

C’è di tutto al Meeting: anche un casinò “nonostante la dipendenza da gioco d’azzardo sia una patologia riconosciuta e curata dai servizi di tossicodipendenza dell’Asl”. I contributi raccolti dal video, fra giovani e meno giovani presenti, evidenziano un entusiasmo fideistico e piuttosto inconsapevole: i più non sanno che cosa sia esattamente la Compagnia delle opere di Bernhard Scholz. Ci pensa Tomasi a ricordarglielo: “41 sedi in Italia e in altri 17 Paesi, 34 mila sono le imprese socie, il fatturato complessivo è stato stimato in 70 miliardi di euro: è la Compagnia delle opere. La Cdo non è assimilabile a Confindustria, perché non è di natura universalistica e, se è vero che chiunque può affiliarsi, è anche vero che può farlo solamente spostando un sistema di valori religioso estraneo alle altre organizzazioni. Lo scopo della Cdo –continua Tommasi- non è solo quello di tutelare le imprese socie, ma quello di costituire una potentissima lobby, in grado di condizionare le scelte politiche in chiave confessionale.

In “Alla scoperta di Comunione e Liberazione” si parla anche di castità ed esenzione della Chiesa dall’Ici. Sul primo tema i ragazzi più giovani scherzano o si dimostrano imbarazzati, una signora ha le idee più chiare: “Nel ventunesimo secolo –afferma- la castità può rappresentare il futuro, infatti ce n’è un bisogno estremo, perché il demonio tenta”. L’Ici è un terreno scivoloso per i religiosi intervistati: è “una domanda un po’ delicata” per un frate dell’ordine dei predicatori. Diverso il punto di vista di una suora che ammette: “Io credo che la Chiesa dovrebbe pagare l’Ici: diventerebbe una Chiesa più povera. Forse così avremmo le chiese più piene di cristiani convinti e torneremmo davvero ai valori delle origini”.

“Nel vino c’è il sangue, nell’oro il demonio”. Tommasi sceglie di chiudere il video con un monito di povertà di San Francesco d’Assisi. Questi i valori delle origini, questo il messaggio del Cristo. Il dubbio che CL e la Compagnia delle opere se ne siano dimenticati è venuto anche ad alcuni sostenitori del movimento, capaci di esercitare una voce critica. Sulla Compagnia delle Opere un’intervistata afferma che “sta diventando forse un po’ troppo business e rischia di perdere quella che era la sua origine di solidarietà”.

Solidarietà e povertà versus consociativismo e ricerca (etica?) del profitto. Chissà se ci ragionano gli adepti di CL? Una ragazza, sui vent’anni, sorride contenta di essere in mezzo a tanta amicizia: “Io mi sono accorta –dice- che seguendo e obbedendo a quello che ho davanti è molto più facile vivere”.

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