Guai a puntare il dito contro i bagnini a Rimini. Ne sa qualcosa il presidente della Provincia Stefano Vitali, che si è guadagnato nuove antipatie per aver detto che tutti- ma tutti davvero- di questi tempi devono contribuire alla lotta all’evasione fiscale. Il casus belli è rappresentato dalle ultime novità fiscali inserite negli emendamenti del Governo alla manovra, che secondo Vitali (Pd) “contengono un elemento di grande interesse in tema di evasione fiscale”. Ovvero, la possibilità di pubblicare, sui siti internet dei Comuni, le dichiarazioni dei redditi dei contribuenti, ma anche la reintroduzione delle ricevute per gli stabilimenti balneari. Strumenti che, potenzialmente, sono in grado di rendere più efficace la lotta all’evasione e sviluppare una migliore cultura della trasparenza contributiva.

In attesa di capire meglio “i criteri e le modalità di attuazione, e quindi la reale portata di questo emendamento”, il presidente della Provincia rivierasca auspica che la pubblicazione online dei redditi possa essere “obbligatoria almeno per coloro che hanno in affitto e gestiscono beni del pubblico demanio”. Tradotto, i “bagnini”. I quali, scrutando gli emendamenti alla manovra, si preparano alla ‘rivoluzione’ dello scontrino, ‘sostituito’ a suo tempo dagli studi di settore. Roba da anni Novanta, in effetti. Chi noleggia sdraio, lettini, ombrelloni, pattini dovrà tornare ad emettere un documento fiscale. In realtà, già oggi gli operatori in questione sono obbligati alla fattura, ma solo se viene richiesta dal cliente. Esiste poi la fattispecie, piuttosto diffusa in riviera, degli affitti di litorale agli albergatori. A Marina Centro, ad esempio, agli hotel spetta fino al 40% dei posti, e il tutto viene fatturato.

Sottolineando che “come Provincia metteremo in campo ogni mezzo che ci sarà consentito” contro l’evasione, Vitali, in ogni caso, spera che il progetto anti-furbi contenuto nella manovra sia “il prima possibile fattibile ed operativo anche perché, come ci rendiamo tutti conto, i sacrifici che verranno da domani chiesti agli italiani sono soprattutto dovuti ad uno squilibrio fiscale che non è più tollerabile e va contrastato con ogni mezzo possibile”. Altrimenti, “non c’è più futuro”, avvisa il presidente provinciale tenendo sotto gli occhi i numeri sfornati recentemente dall’Agenzia delle Entrate, che nelle ultime settimane sul territorio ha scovato quattro milioni di euro sottratti al fisco dopo una novantina di controlli su varie attività.

I diretti interessati, però, invitano come al solito a non generalizzare. Giorgio Mussoni, presidente di Oasi Confartigianato, grande capo dei bagnini riminesi con 450 stabilimenti associati su 500 da Bellaria a Cattolica, replica a Vitali e gli consiglia di non correre troppo. “Di sicuro- dice Mussoni- non è accettabile che si creino delle discriminazioni, qualcosa che somiglia a voler puntare il dito su una categoria, innescando così il pregiudizio che si tratti di evasori. Speriamo che non sia questo il pensiero di Vitali e di esserci sbagliati”.

Sono mesi frenetici, questi, per gli operatore del mare. Prima le promesse elettorali dei ministri Michela Vittoria Brambilla e Raffaele Fitto, saliti in riviera in primavera per promettere concessioni demaniali fino a 90 anni salvo fare dietrofront di fronte allo sconcerto dell’Unione Europea. Poi lo sciopero sbandierato dai marinai di salvataggio a cavallo di ferragosto, e pronto ad essere rispolverato per la prossima stagione, per l’adeguamento del salario al quale si oppongono i gestori dei bagni (colpiti a loro volta in questi mesi dai sequestri della Procura che vuol far luce sugli abusi edilizi).

Insomma, ci mancava pure la ricevuta: “Vediamo cosa succederà, noi abbiamo sempre detto che le tasse vanno pagate. Certo, poi voglio vedere come i bagnanti si infileranno lo scontrino nel costume”, sbotta Mussoni. E sì che i casi clamorosi non sono mancati in questi anni. All’Agenzia delle Entrate, ad esempio, a seguito di controlli portati avanti sul 10% degli stabilimenti locali dal 2005 al 2007 risultava un reddito medio specifico di appena 15.173 euro. Dopo qualche accertamento, gli 007 del fisco registrarono invece un reddito medio pari a circa il doppio di quanto dichiarato dagli operatori. Scattarono le sanzioni, anche se non per tutti. Diversi, comunque, sono stati i casi di guadagni occultati o di perdite d’esercizio immaginarie, alcuni clamorosi.

Ebbene, Mussoni ha replicato a Vitali dicendo “intendiamoci bene, ritrovandoci su una convinzione comune: le tasse vanno pagate. Tutte. Chi non le paga, quando individuato con certezza, è giusto che sia sanzionato”. Poi, ha proseguito scandendo le parole il presidente di Oasi-Confartigianato, “spetta all’istituzione pubblica incassare la somma dall’evasore, cosa che in Italia accade intorno a quote spesso inferiori al 20%. Però di questa mancanza grave non c’è traccia nelle parole degli uomini politici. Evidentemente- butta la palla nell’altro campo Mussoni- ci sarebbe da fare un mea culpa che non viene proprio spontaneo”.

Dunque posto che nel nostro Paese “ci sono molte categorie di imprese che operano utilizzando beni pubblici” e non solo i bagnini, ricorda Mussoni a Vitali, “abbiamo però la sensazione che i suoi riferimenti abbiano il bersaglio negli operatori balneari”. L’asso nella manica non cambia: “Noi ci concepiamo innanzitutto come una categoria decisiva, basta guardare tutte le indagini sulla soddisfazione dei turisti, per il successo della nostra offerta turistica balneare”, gonfia il petto Mussoni. E allora, tira le somme il numero uno dei bagnini nei confronti del presidente della Provincia, “la invitiamo a riflettere sulla sua posizione: non sappiamo se sia segno di civiltà pubblicare i redditi di tutti cittadini, ma non è questa la sede per dibattere un argomento che ha risvolti sociali da considerare con molta attenzione”.

Vitali, però, sembra intenzionato a non cedere. Dopo gli ultimi numeri diffusi dall’Agenzia delle Entrate, infatti, nei prossimi mesi la Provincia metterà in piedi iniziative amministrative ad hoc “contro una piaga che sottrae risorse preziose, indispensabili al futuro della collettività”. Il periodo di riferimento è quello a cavallo tra ottobre e novembre. “In quella data- ha evidenziato Vitali- inoltreremo una lettera a tutte le famiglie residenti indicando i pericoli concreti, che non sono solo etici, legati al mancato pagamento di quanto dovuto all’erario”. Il presidente riminese immagina “un’iniziativa di sensibilizzazione, di informazione che vuole anche mettere in fila qualche consiglio banale. Del tipo: chiedete scontrino o fattura ogni volta che acquistate un bene o una prestazione professionale”. Nel frattempo, ha rimarcato Vitali, si studierà “un coordinamento tra enti locali e Agenzia delle Entrate per potenziare il cosiddetto patto anti evasione tra Comuni e Agenzia delle Entrate medesima. Come Provincia ci proponiamo di sensibilizzare tutti i Comuni ad aderire al patto e di supportare lo sforzo organizzativo dei Comuni stessi, specie i più piccoli, creando in Provincia un ufficio apposito che li aiuti, permettendo di aumentare il numero di segnalazioni”.

Articolo Precedente

Bologna, le gemelline siamesi non ce l’hanno fatta: “Impossibile un intervento”

next
Articolo Successivo

Belgrado, esperimenti di globalizzazione

next