Il primo cablogramma è classificato come confidenziale e reca la data del 25 giugno 2003 mentre il secondo, “segreto”, è del 14 luglio dello stesso anno. Entrambi riportano la firma dell’ambasciatore americano a Roma Thomas Countryman e in essi si manifesta preoccupazione per “il ritorno in prima pagina della strage di Ustica”. Ma soprattutto i due documenti diplomatici statunitensi, contenuti nel pacchetto diffuso in versione integrale da Wikileaks lo scorso 30 agosto, oltre al disastro del 27 giugno 1980 che costò la vita a 81 persone, citano anche un politico italiano, Carlo Giovanardi, ai tempi della XIV legislatura (dal 30 maggio 2001 al 27 aprile 2006) ministro per i rapporti al parlamento.

Più nel dettaglio l’oggi sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri di origine modenese avrebbe incontrato Countryman chiedendogli un intervento per “mettere a tacere” le teorie diverse dalle sue che giravano e si sarebbe anche lamentato della scarsa collaborazione delle autorità d’oltre oceano sulla vicenda. Anzi, avrebbe proprio manifestato biasimo per la pressoché inamovibilità degli americani di fronte a una tesi tutta sua: l’aereo non sarebbe caduto per un’azione di guerra non dichiarata nei cieli del Mediterraneo, ma per un’esplosione interna causata da una bomba. Poi, ancora, a proposito di documenti a stelle e strisce desecretati, si lagna perché “minano la sua credibilità”.

I documenti al centro di questa vicenda, richiesti ai sensi del Freedom for information act (legge che stabilisce le modalità con cui ogni cittadino può avere accesso agli atti della pubblica amministrazione statunitense), erano diventati oggetto di un servizio del Tg3 nazionale con cui si dava conto di “nuove rivelazioni” in merito alla strage del giugno ’80. E aggiungeva il quotidiano La Repubblica: “Ustica: gli Stati Uniti hanno spiato Amato”. Il riferimento è a Giuliano Amato, il primo ministro che nel 1992 sarebbe stato intercettato dal Grande Fratello americano insieme all’allora ministro della difesa, Salvo Andò. Gli ascolti abusivi sarebbero poi stati utilizzati per far pressione su Bettino Craxi, ai tempi deputato del Psi, lo stesso partito di premier e di Andò. Scopo: dissuadere l’esecutivo dal proseguire nella ricerca della verità su Ustica.

Giovanardi, quando Tg3 e Repubblica diedero eco le notizie sul caso, le liquidò dicendo che non rappresentavano alcuna novità. E nel cablogramma del 14 luglio 2003 si aggiunge: “L’ambasciata [americana] non intende commentare pubblicamente le rivelazioni, ma se queste non fossero supportate dai documenti stessi, allora saremmo in grado di aiutare Giovanardi a respingere la mozione dell’opposizione. Date la tendenza alle teorie cospirazioniste che continuano a circondare sull’incidente di Ustica, preferiremmo non rispondere ai familiari delle vittime su copie di documenti interni del dipartimento di Stato”.

In merito a queste due comunicazioni diplomatiche, il sottosegretario ha già fatto sapere di non saperne nulla e di non sapere nulla neanche di incontri con Countryman per discutere della questione. Al giornalista Emanuele Midolo di Agoravox Italia (http://www.agoravox.it/ESCLUSIVO-Cable-WikiLeaks-su.html) ha però aggiunto: “Io ho contattato tutte le fonti che erano in grado di dare informazioni su Ustica. I servizi italiani, la magistratura, i periti. Ho contattato anche l’ambasciata americana per sapere se aveva informazioni da darmi oltre alle rogatorie e alla lettera formale che Clinton aveva inviato a Giuliano Amato, lettera personale nella quale Clinton diceva che gli Stati Uniti non c’entravano niente con la strage”.

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